REDAZIONE REGGIO EMILIA

Narcotraffico internazionale La ’ndrangheta aveva assoldato anche la manovalanza cinese

La Finanza smantella una rete criminale: 41 arresti. Gli affari andavano dal Brasile a Hong Kong. A tirare i fili il boss di San Luca, all’epoca latitante in Spagna. Reggio cuore della rete in Italia.

Narcotraffico internazionale La ’ndrangheta aveva assoldato anche la manovalanza cinese

Giuseppe Romeo, il boss della ’ndrina Staccu di San Luca, nel Reggino, gestiva tutto dalla Spagna, dov’era fuggito, e dove è rimasto latitante fino al 2021.

Ordinava chili di cocaina ai potenti cartelli sudamericani – Colombia, Perù, Messico, Bolivia, Brasile, dove aveva stretto un accordo col Primeiro Comando da Capital – la faceva arrivare nei porti di Anversa e Rotterdam, invisibile agli occhi di alcuni doganieri compiacenti, per poi venderla in Italia. Nel nostro Paese un’estesa rete di ’ndranghetisti – in buona parte residenti nella nostra provincia – la piazzava all’ingrosso. Le ingenti somme da riciclare venivano affidate ad una rete di complici cinesi. Con il cosiddetto ’fei ch’ien’, un sistema informale di trasferimento, il denaro finiva, con un intreccio di bonifici, ad aziende commerciali ubicate in Cina e a Hong Kong. Di lì il denaro – ripulito – tornava, attraverso dei meccanismi di compensazione, alla ’ndrangheta e ai cartelli del narcotraffico. La chiusura del cerchio.

Ieri, oltre 160 militari della Guardia di Finanza di Bologna, col supporto del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) hanno eseguito 41 arresti (37 in carcere, 3 ai domiciliari, un obbligo di dimora), nelle province di Bologna, Reggio (cuore del sodalizio, 15 arresti), Modena, Parma, Milano, Cremona, Brescia, Pavia, Livorno, Roma, Foggia, Potenza, Crotone e Reggio Calabria.

Le misure cautelari, disposte dal Gip di Bologna, Alberto Gamberini, costituiscono l’epilogo delle complesse indagini dirette da Roberto Ceroni della locale Dia, e condotte, per quasi 2 anni, dagli specialisti del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna.

L’oliato meccanismo messo in piedi dai narcotrafficanti e dagli ’ndranghetisti si è inceppato con l’acquisizione delle chat criptate sulla piattaforma Sky Ecc, smantellata nel 2021 a seguito di un’operazione di un Joint Investigation Team sotto l’egida di Europol. Da quei dialoghi – ma anche grazie allo straordinario coraggio di un infiltrato – i finanzieri hanno ricostruito la struttura del sodalizio criminale, ma anche approvvigionamenti e cessioni per 1.200 kg di cocaina, 450 kg di hashish e 95 kg di marijuana. Fiumi di droga che hanno fruttato all’associazione decine di milioni di euro, parzialmente reimpiegati in 14 società intestate a prestanome.

Durante le indagini sono stati i arrestati, in flagranza di reato, 3 cittadini italiani e sequestrati 43 kg di cocaina, 44 kg di hashish, sostanze da taglio e frullatori utilizzati per preparare il narcotico, poco meno di 140 mila euro in contanti (trovati nella disponibilità di uno dei “riciclatori” cinesi) e 10.000 prodotti contraffatti. Non solo abbigliamento. I finanzieri hanno trovato anche 6.800 blister di farmaci contro la disfunzione erettile: business is business.

Andrea Fiori