Reggio Emilia, 16 luglio 2024 – Reggio Emilia perde un pezzo della sua storia: è morto all’età di 97 anni il Partigiano Alì, al secolo Giglio Mazzi, simbolo della nostra Liberazione. Lucido fino all’ultimo e attivo nel diffondere i valori della libertà, partecipando alle feste legate alla Resistenza col suo immancabile fazzoletto dell’Anpi al collo e parlando ai giovani delle scuole.
La sua storia
Era nato il 18 febbraio 1927 a Campogalliano, in provincia di Modena. Di famiglia operaia, trascorre i primi due anni della sua vita a casa del nonno e poi si trasferisce con i genitori nel Reggiano, prima a Mandrio di Correggio e poi a Rio Saliceto. Il padre Adriano ha convinzioni socialiste e proprio in questa zona diventa segretario di uno dei primi circoli; per questo è anche perseguitato e picchiato dai fascisti. Nei primi anni Trenta la famiglia si stabilisce definitivamente a Reggio dove Giglio consegue il Diploma di Avviamento Professionale.
La guerra
Con l’arrivo della guerra e poi con l’Armistizio del settembre 1943, Giglio decide di aderire alla lotta di Resistenza. Prende il nome di battaglia di “Alì” e nel luglio 1944 entra nei S.A.P., per poi diventare Capo Nucleo di un Distaccamento G.A.P. che opererà in particolare nelle zone comprese fra Reggio Emilia, Rubiera, Castellazzo, fino al pedecollina. Ferito in azione il 1° gennaio 1945, trascorre un periodo di riposo nascosto in diverse cascine della pianura e successivamente viene inquadrato nel Distaccamento “Katiuscia” della 37^ Brigata G.A.P. “Vittorio Saltini”.
Dopo la Liberazione entra a far parte del Corpo di Pubblica Sicurezza Ausiliaria fino al 1947. Si diploma in Ragioneria nel 1950 e si laurea in Economia e Commercio nel 1954. Per circa trent’anni riveste il ruolo di Segretario della sezione Anpi di Ospizio. Dal 1963 al 1967 ricopre l’incarico di Direttore della Cooperativa Muratori di Reggio Emilia e, in seguito, fino al 1977, di Direttore Amministrativo delle Farmacie Comunali Riunite.