Reggio Emilia, 27/11/2024 - Avrebbe compiuto 97 anni il prossimo 6 dicembre Giacomo Notari, il partigiano Willi. La sua scomparsa lascia nel lutto l’Anpi provinciale, di cui è stato presidente fino al 2016, e le istituzioni dell’Appennino che hanno vissuto i suoi 13 anni in carica come sindaco di Ligonchio, eletto nel 1970.
"A Giacomo, come a molti ragazzi della sua età, è stata rubata l’infanzia - ricorda l’Anpi -. Perde la madre a quattro anni e fin da piccolo lavora con il fratello e con il padre per sopravvivere fino a quando, nemmeno sedicenne, segue l’esempio del fratello e dello zio ed entra nella Resistenza”. Entrambi, lo zio e il fratello di Giacomo, perderanno la vita durante gli scontri.
Notari entrò nella 145^ Brigata Garibaldi nel 1944, Willi era il suo nome di battaglia. Tre le azioni che lo videro in prima linea rientra la difesa della centrale idroelettrica di Ligonchio atta alla salvaguardia di ospedali, fabbriche e treni.
"Il 25 aprile 1945 Willi ed altri compagni non sono a Reggio a festeggiare la Liberazione, ma alla Colonia di Busana, dove arrestano una decina di tedeschi che volevano arrendersi - prosegue l’Anpi -. “Abbiamo trattato bene i prigionieri, perché spesso erano ragazzi come noi, mandati in guerra a morire”, disse Giacomo durante una intervista".
Dopo la guerra Notari continuò il suo impegno nel Pci diventando prima consigliere comunale di Busana, poi assessore provinciale, sindaco di Ligonchio ed infine presidente provinciale dell’Anpi dal 2002 al 2016.
“Partigiano per sempre”: il cordoglio di Anpi, Pci e Parco nazionale dell’Appennino.
"Vogliamo esprimere la nostra calda vicinanza a Elsa, Marina e Simonetta, a tutti i familiari, alla comunità di Marmoreo e di Busana e alle persone che lo hanno caro» è il messaggio di cordoglio dell’Anpi reggiana, che fino all’ultimo ha trovato nel partigiano Willi «consigli preziosi e lo stimolo a proseguire al meglio il nostro lavoro di salvaguardia della memoria della resistenza, della democrazia e della Costituzione".
“Gli ideali del lavoro e della giustizia sociale, che vedeva incarnati e che propugnavano i grandi partigiani come Carretti e Salvarani, saranno decisivi nella sua scelta di aderire al Partito Comunista già durante la Resistenza e così sarà per tutto il resto della sua vita - sono le parole di Alessandro Fontanesi (Pci Reggio) -. Un partigiano non va mai in congedo e questo è stato Giacomo, continuando a testimoniare ai ragazzi nelle scuole i valori per i quali ha lottato tutta la vita. Ciao Giacomo da Marmoreto, un comunista nella Resistenza, partigiano per tutta la vita”.
”Senza persone come lui il nostro Appennino oggi sarebbe diverso - aggiunge Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino -. Il suo contributo durante la Resistenza, insieme al suo impegno nella politica ha costruito le fondamenta di una società più giusta e solidale. Lascia allora una eredità di coraggio, altruismo e dedizione che continuerà a ispirare le generazioni future. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia".