REDAZIONE REGGIO EMILIA

Morti sul lavoro. Bollettino drammatico. Reggio maglia nera: in un anno +500%

Impressionante la negatività del dato gennaio-settembre rispetto al 2023. Si è passati da una vita persa a sei, con il maggior aumento in regione. Più a rischio gli uomini di età compresa fra i 45 e i 54 anni.

Impressionante la negatività del dato gennaio-settembre rispetto al 2023. Si è passati da una vita persa a sei, con il maggior aumento in regione. Più a rischio gli uomini di età compresa fra i 45 e i 54 anni.

Impressionante la negatività del dato gennaio-settembre rispetto al 2023. Si è passati da una vita persa a sei, con il maggior aumento in regione. Più a rischio gli uomini di età compresa fra i 45 e i 54 anni.

Non è ancora finito, ma il 2024 passerà alla storia a Reggio Emilia e non solo come un anno terribile per le morti sul lavoro. Poco conta il solito detto ’mal comune mezzo gaudio’, perché se è vero che tutta la regione riporta dati peggiori rispetto alla media nazionale e contiene province che hanno fatto anche peggio, i numeri sono impressionanti. Lo studio dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega engineering si basa anche su dati Istat, in base ai quali l’Emilia-Romagna si colloca nella zona arancione a livello nazionale: se nel resto del Paese l’incidenza di mortalità per milioni di lavoratori è stata in media di 24,0, nella nostra regione il rischio si è rivelato più alto, pari per l’esattezza a 27,2. La provincia reggiana è leggermente al di sopra della già citata media nazionale, così come Forlì-Cesena, Ferrara, Bologna e Modena. Parma e Ravenna sono leggermente al di sotto, mentre spiccano in negativo Rimini e Piacenza con i vertiginosi risultati di 41,6 e 38,6. Ciò che impressiona per Reggio Emilia è la negatività del dato gennaio-settembre 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: l’indice di mortalità ogni milione di occupati era stato allora di 4,2, mentre nell’anno ancora in corso si attesta a 24,7. Si tratta – è importante ribadirlo – di numeri astratti matematicamente, in modo da poter istruire un confronto: il dato reale per la nostra regione è di sette infortuni mortali sul lavoro nei primi 9 mesi del 2024, a fronte di 2 nel 2023.

Contando solo le vite perse in occasione di lavoro e dunque non in itinere, Reggio è passata da uno a sei, con il più alto aumento in regione, pari al 500%. Se si considera il dato complessivo, il ‘nostro’ aumento percentuale è comunque il secondo più elevato in Emilia-Romagna (+250%), secondo solo a Rimini dove il lavoro ha ucciso otto persone, sei in più di un anno fa (+300%). Il tasso di mortalità per milione di lavoratori nella provincia più a sud della nostra regione è passato così da 14 a 42. Piacenza, già molto alta, è leggermente calata, mentre il miglioramento a Ravenna è stato evidente con una discesa da 41 a 24; Ferrara è rimasta stabile attorno a 27, Forlì – Cesena dal 22 per il 2023 è salita a 27 per il 2024, Modena è calata da 31 a 25 e così anche Parma da 29 a 24. Male Bologna passata da 13 a 25. Gli incidenti mortali totali sono cresciuti da 58 a 72, quelli solo in occasione di lavoro da 45 a 55. I maschi sono molto più colpiti rispetto alle femmine: in regione fra gennaio e settembre del 2023 erano morti per il lavoro 43 uomini e 2 donne, nello stesso periodo del 2024 49 e 6. Se sono calati gli infortuni non mortali sul lavoro per gli uomini, passati da 33.448 a 31.988, sono aumentati di qualche unità quelli delle donne (da 15.819 a 16.035). I morti italiani sono cresciuti da 32 a 41, quelli stranieri da 13 a 14. La fascia d’età più colpita da infortuni mortali è quella 45-54 anni (38% dei decessi totali), secondi gli over 65 (26%) e terzi sul podio con il 24% i 55-64.

Tommaso Vezzani