Reggio Emilia, 2 settembre 2024 – Si muove anche la politica dopo l’appello accorato dell’86enne Ada Bizzarri, che, tramite il Carlino di ieri, chiede risposte alla magistratura e riaccende la luce sulla terribile vicenda dei ‘Morti del Cavòn’ di fine aprile 1945, nell’immediato dopoguerra a Campagnola Emilia, nella bassa reggiana. Qui, il 7 marzo del 1991, furono trovati 19 scheletri, ma solo a nove di essi si riuscì a dare un’identità. Tra questi, però, ci sono forse anche Maria Bocedi, all’epoca 27enne, e Carlo Antonio Bizzarri, 33 anni, i genitori di Ada che all’età di 6 anni rimase orfana insieme al fratello Orazio, poi cresciuti dagli zii.
Ada Bizzarri, sottoposta a un test del Dna nel 2009 ai fini della comparazione con quei resti, attende ancora l’esito di quell’esame. Si interessa del caso il viceministro Galeazzo Bignami, che, contattato dal Carlino, sottolinea: “Questa signora, come tutti, ha il diritto di sapere la verità, soprattutto dopo così tanto tempo e ancor più dopo una vita segnata in maniera irreversibile da quell’evento. Ho letto con attenzione l’articolo e sto cercando di sapere se c’è stato un seguito al test eseguito anni fa”. Andrà fino in fondo alla questione. “Mi hanno colpito moltissimo le parole della mamma (‘Dammi un bacio che non ci vediamo più’, ndr), segno che chi veniva prelevato conosceva il destino che lo attendeva, perché purtroppo era noto. La nostra terra è stata costellata, in tante zone, da episodi come questi e le parole che ho letto sono spesso ricorrenti nei ricordi dei figli e dei parenti dei ‘prelevati’, termine, questo, eloquente a testimonianza di un fenomeno terribile, spesso non conosciuto ma purtroppo ben noto a chi ha vissuto queste tragedie, come i fratelli Govoni, con i cui eredi sono in contatto ancora oggi, e poi i conti Manzoni nel Ravennate, e ancora la vicenda Weber a Bologna. Spesso si trattava di persone che non c’entravano nulla con il fascismo, ma che si sono trovate tra l’incudine e il martello, rischiando da una parte di essere uccisi da fascisti e nazisti se non avessero dato loro ospitalità e dall’altra di essere uccisi dai comunisti, oppure a volte è accaduto solo per questioni personali. Purtroppo, su queste cose, anche in seguito dell’amnistia Togliatti, non c’è mai stata la determinazione di andare fino in fondo”.