Reggio Emilia, 16 settembre 2022 - "Non erano scarti, ma salumi destinati al commercio". Il Gruppo Veronesi mostra i muscoli ed è pronta a far valere le sue ragioni, puntualizzando così sulla vicenda – portata alla luce ieri dal Carlino – dei dipendenti sospesi per aver mangiato due fette di mortadella sul luogo di lavoro nello stabilimento correggese dell’azienda socio cooperativa Agricola Tre Valli, afferente alla multinazionale dell’alimentare, presente sul mercato, tra gli altri, coi marchi Aia e Negroni.
Sospesi per aver mangiato mortadella, Correggio sta con l’azienda
"Gli alimenti consumati dai lavoratori coinvolti nella vicenda non erano scarti della produzione, bensì intere confezioni di prodotti a tutti gli effetti destinati alla successiva commercializzazione", ha detto il Gruppo Veronesi. Ed è proprio questo il nodo chiave. I dipendenti da una parte dicono che si trattasse di "fette di scarto", ma non per l’azienda. Che destina i salumi o le carni di minor qualità alla produzione di mangime per animali (lavorando ad esempio con Monge, uno dei migliori marchi di cibo per cani e gatti).
"La vicenda verrà chiarita nelle competenti sedi, in esito alle procedure previste dalla legge", fa sapere il Gruppo. Che può contare da parte sua sull’articolo 69 del contratto collettivo nazionale del lavoro che al comma 12 parla chiaro: "Incorre nei provvedimenti dell’ammonizione, della multa o della sospensione, il lavoratore che consumi abusivamente generi alimentari prodotti o di pertinenza dell’azienda".
La Tre Valli aveva deciso di installare le telecamere nascoste nello stabilimento dopo alcuni episodi di ammanchi dagli armadietti negli spogliatoi dei dipendenti. Dalle immagini però sarebbe emerso un ’malcostume’ che in realtà è molto diffuso nelle realtà aziendali. "A seguito di ripetute segnalazioni concernenti gravi episodi che si sono verificati all’interno dello stabilimento, l’azienda ha dato corso a una serie di accertamenti, poi sfociati con l’avvio di procedimenti disciplinari", definisce il Gruppo Veronesi.
Un caso che ha fatto il giro d’Italia e che fa discutere anche la politica. Dal parlamentare uscente e ricandidato per il M5s, Davide Zanichelli che esprime "vicinanza agli operai che rischiano il posto di lavoro perché spinti dalla fame. Noi stiamo dalla parte degli ultimi, ma siamo fiduciosi che questa vicenda abbia un epilogo positivo". All’assessore del Comune di Reggio, Lanfranco de Franco (ex Art.1): " Quando si mortifica la dignità del lavoro si può giungere a situazioni paradossali come questa. Al di là del caso specifico, abbiamo bisogno più che mai di costruire una nuova idea di lavoro che metta al centro le persone, assicurando rispetto ed equità".