Reggio Emilia, 25 ottobre 2024 – Un’altra lunga notte è passata. Dopo l’allerta diramata mercoledì sera, per le frazioni di Cella, Cavazzoli e Roncocesi, il timore era quello di tornare a pulire su ciò che era stato da poco liberato dal fango. Invece ieri mattina il fiume Modolena scorreva silenzioso.
"Per questa notte (l’altro ieri, ndr) ci è andata bene", dicono i residenti. Era prevista una nuova emergenza su quei territori già interessati dagli allagamenti. Ma ieri mattina il livello del fiume è apparso più basso, tanto che qualcuno ha bisbigliato che "forse la piena era passata".
Intanto, mentre i cittadini contano i danni, il Comune sta realizzando un censimento dei problemi arrecati dall’alluvione. Si potrà segnalare in autonomia quanto accaduto entrando nella sezione ’segnalazione e reclami’ sul sito del Comune, inserendo nell’oggetto della segnalazione la parola ’alluvione 2024’ o telefonare all’ufficio Relazioni con il pubblico (0522.456660) nei giorni di apertura. Il censimento non avrà alcun valore rispetto al risarcimento danni ma sarà uno strumento importante per consentire la massima organizzazione degli uffici comunali, che potranno sapere quali abitazioni hanno subito le conseguenze dell’alluvione e quali necessitano ancora di asciugatura e pulizia straordinaria.
In via Cella all’Oldo gli escavatori sono in movimento: spostano quintali di terra, cercano di rinforzare l’argine del canale di San Silvestro. "Domenica sera proprio lui ha ridotto in questo stato la mia casa: il Modolena era in piena e il San Silvestro ha ceduto davanti casa mia", sostiene Luca Bigli.
La sua villetta è al civico 43, alle spalle scorrono i due corsi d’acqua. Osserva il fango che ha consumato la sua abitazione: "Razionalmente dovrei impiccarmi", dice. Invece si è rimboccato le maniche e ha messo i guanti. "Ho subito la spinta bruta del fiume – spiega –, e i detriti si sono scagliati contro la recinzione, abbattendola".
Oggi il recinto è stato ripristinato: "Ho chiamato i miei amici, eravamo in otto con una sola auto 4x4. Siamo riusciti a sollevare 300 metri di rete. Se avessi chiamato una ditta avrei speso più o meno quindicimila euro". I cagnolini di Bugli ora sono al sicuro: "Erano scappati impauriti dalla piena ma per fortuna sono tornati da me".
"Prego, entrate, vi faccio vedere", ci mostra la casa: è una patina di melma. "È da pulire da cima a fondo. Sto cercando di eliminare il fango il prima possibile, prima che si solidifichi e diventi più complicato rimuoverlo". Poi, indica le piastrelle della cucina: "Il pavimento si è persino sollevato – dice –. Ho perso due frigoriferi, un frezeer e tanto altro".
Nel giardino sta ammucchiando rottami e rifiuti, che non sa come smaltire: "Ho tante cose da buttare via e avrei bisogno di un camion che prelevi tutto. Nei luoghi dove l’inondazione ha colpito più unità abitative il problema del conferimento rifiuti non si pone ma in zone come questa, dove ci sono poche case e quasi tutte molto distanti tra loro, invece sì. Anche noi avremmo bisogno di aiuto".
Quest’anno "avevo realizzato anche un bell’orto, lo stavo curando. Ma è andato distrutto anche quello. Pazienza, ci rialzeremo. Piano, piano ma ce la faremo".
Tuttavia lo stato di criticità sulle arginature dei due torrenti resta alto, considerando l’allerta di colore arancione. Le vie interessate sono: Malatesta, Carlo Marx, San Biagio, Tosini, Cella all’Oldo e Felesino.