Missione compiuta: un’ambulanza a Leopoli

Il dono degli operatori dell’Appennino è arrivato in Ucraina. Il mezzo era carico di farmaci forniti da Fcr, Croce Verde e Croce Rossa

Missione compiuta: un’ambulanza a Leopoli

Il dono degli operatori dell’Appennino è arrivato in Ucraina. Il mezzo era carico di farmaci forniti da Fcr, Croce Verde e Croce Rossa

Non armi, ma prodotti farmaceutici e un’ambulanza attrezzata al trasporto di persone ferite o colte da malori: questo è il dono che operatori dall’Appennino tosco-emiliano, tra cui Mario Giannarelli e Carlo Ferrari, hanno consegnato lunedì scorso direttamente alla Sindaca di Leopoli, Irina Karasut, dopo un lungo viaggio subissato da continui controlli.

La spedizione è stata curata nei minimi particolari avendo piena consapevolezza dei rischi che comporta un viaggio in territorio di guerra, però la missione non poteva non essere compiuta dopo il generoso lavoro di raccolta fondi per l’acquisto dell’ambulanza ed altro materiale. A questa operazione di solidarietà per il popolo ucraino hano collaborato gli operatori dei due versanti dell’Appennino, confermando ancora una volta che il ‘crinale’ è una linea che non divide ma unisce.

Hanno dato il loro contributo di generosità il Rotary Club Lunigiana Pontremoli Distretto 2071, le Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia, Farmacia dello Stadio di Carrara, la Croce Verde di Castelnovo Monti e Vetto, la Croce Rossa di Cerreto Laghi e molte altre aziende da entrambi versanti e privati cittadini.

L’ambulanza, perfettamente equipaggiata, è stata presentata a Pontremoli venerdì scorso prima della partenza per l’Ucraina e oltre alla donazione ufficiale del Rotary Club Lunigiana. In quell’operazione però c’era anche molta reggianità: i prodotti farmaceutici e i presidi presenti sul mezzo sono stati donati da Fcr di Reggio Emilia e dalla Croce Verde di Castelnovo Monti e Vetto, oltre alla Croce Rossa di Cerreto Laghi collegata alla sede Baiso.

Il viaggio in Ucraina è stato impegnativo per Mario Gannarelli del Cerreto e Carlo Ferrari della Lunigiana, però è stata anche un’esperienza ricca di emozioni nei rapporti con persone che vivono quotidianamente sotto le bombe e non dormono di notte per continue allarmi.

"Ad aspettarci c’era la sindaca Irina Karasut – racconta Mario Giannarelli – siamo stati accolti molto bene, eravamo a 36 km dal fronte di Kharkiv. La sindaca ci ha detto che molte persone si sono spostate da Krarkiv per via della guerra, sono indietreggiate fino a Ktasnok". Da Zahony/Choputsk (frontiera Ungheria-Ucraina), la sindaca insieme al suo collaboratore hanno percorso 1.400 chilometri.

"Ci hanno scortati fino a Leopoli – prosegue Giannarelli –. Il mio collega Ferrari ha proseguito con loro fino a Ktasnokustsk per la consegna di farmaci e altro materiale, io sono tornato verso il confine polacco per tornare in Italia, anche perché a Leopoli non si dorme: suonato l’allarme alle 4,30, di corsa nei rifugi. Siamo rientrati, missione compiuta".

Settimo Baisi