Come migliorare il sistema d’accoglienza, soprattutto in relazione alla (enorme) mole di burocrazia che comporta? È il focus del progetto Fami Poster (Potenziamento Servizi Territo-riali per il dialogo intERculturale), il cui bilancio conclusivo è stato stilato ieri presso la sede della Prefettura di Reggio.
Presenti, oltre al prefetto Maria Rita Cocciufa e il viceprefetto Gabriele Gavazzi, anche alcuni sindaci delle Unioni del territorio e rappresentanti delle forze dell’ordine. Il progetto, avviato a inizio anno, ha coinvolto in prima persone la Fondazione E35, il centro culturale Mondinsieme e la cooperativa sociale Kaleidos. Lo scopo è, appunto, quello di far interagire enti pubblici e privati per snellire le procedure d’accoglienza su tutta la provincia.
"Abbiamo ragionato in particolare su due procedimenti: cittadinanze e ricongiungimenti familiari – spiega Elena Torreggiani (Mondinsieme) –. Ci siamo dedicati alle tre zone principali del territorio, ossia la Bassa, la montagna e il comune capoluogo, per una prima analisi e per capire quali fossero gli strumenti di accompagnamento più utili agli enti locali".
A partire anche da come poter adottare una "comunicazione istituzionale non ostile – aggiunge – e che fosse in grado di rivolgersi in modo chiaro a tutta la cittadinanza".
Sono stati mandati avanti dei focus group "su come poter aggiornare siti e pagine istituzionali, ad esempio, per renderli accessibili e comprensibili nelle otto lingue principali in base alle etnie di provenienza dei cittadini stranieri (francese, inglese, albanese, ucraino, urdu, indi, arabo e cinese, ndr). Ci si è concentrati sull’informatizzazione del servizio, che è un nodo fondamentale" aggiunge Rosaria Villano (Kaleidos). Contestualmente, hanno preso il via dei "work-shop dedicati all’utenza, per cui abbiamo collaborato a stretto contatto con Mondinsieme che, parallelamente, lavorava sull’altro frangente, cioè quello di chi i servizi li eroga – chiarisce Giulia Bassi (E35) –. Abbiamo provato a immedesimarci nei cittadini stranieri, per costruire una narrazione che partisse dai requisiti e si districasse in ogni passaggio burocratico, dando loro del materiale schematico che passo dopo passo potesse aiutarli".
Un’accoglienza, insomma, da affrontare in modo sistemico e non emergenziale. "Anzi – pun-tualizzano le rappresentanti dei tre enti – speriamo che i nuovi strumenti portati da questa rete di collaborazione possano sgravare gli uffici comunali e prefettizi di almeno parte del lavoro".
Giulia Beneventi