"Abbiamo una grande esigenza di presidio del territorio. Di certo utilizzare l’esercito per il controllo umano rappresenta un fallimento per le politiche di sicurezza", ma vista le carenze di risorse e di organici dei Comuni "è una leva che si può utilizzare". Michele de Pascale, da due giorni ufficialmente presidente della Regione, in visita al Comune di Reggio non ha escluso l’opportunità di avvalersi dell’esercito per le situazioni di particolare insicurezza e degrado nelle città. Certo, per de Pascale una scelta del genere deve essere una extrema ratio, e il suo concetto sembra ben sposarsi con la ’cura’ estrema che Reggio ha scelto di somministrarsi per reagire ai vecchi problemi che come una cappa gravano da tempo sulla stazione. Ieri il presidente, alla prima uscita pubblica con ‘galloni’ da governatore in un capoluogo di provincia, si è fermato per un summit in Comune con il sindaco Marco Massari, incontrando anche tutti gli eletti di centrosinistra in consiglio regionale. "So che a Reggio Emilia è un tema in attesa – ha detto de Pascale facendo riferimento alla richiesta fatta dal Comune per una dotazione nei luoghi più ‘caldi’, nell’ambito del progetto ‘Strade sicure’ –, ma se si arriva a quel punto vuole dire che carabinieri, polizia e tutto il mix di azioni in campo non assolvono alla loro funzione". Certo che però, "visto che i Comuni sono in emergenza e vivono perennemente una carenza di organici, è un leva che si può utilizzare".
Un’altra leva potrebbe essere il potenziamento della polizia locale?
"Vogliamo mettere mano alla legge regionale della polizia locale, nella quale credo molto per le funzioni che svolge, aumentando gli organici. Anche per il discorso fatto sull’utilizzo dell’esercito, è giusto modificare quella legge".
Manca poco alla holding sul trasporto pubblico locale, che vedrebbe la fusione di Seta con Tper e Start?
"Da sindaco resto favorevole a un’azienda unica dei trasporti su base regionale. Sono però un ‘municipalista’, e per questa operazione è necessario che i territori debbano essere convinti e non costretti. Ogni provincia deve fare la sua scelta".
Un problema vero è quello della fuga degli autisti della città, visto il caro-affitti.
"Dobbiamo trovare il modo di aumentare gli stipendi agli autisti perché non ce ne sono. Questo passa ovviamente anche dal contratto collettivo nazionale e dai fondi del Governo nel settore che al momento sono insufficienti. Perché il Tpl locale non ha abbastanza risorse per fronteggiare il boom dei costi del carburante e altre spese".
L’emergenza casa per lei sarà una priorità?
"Vogliamo dedicarci con forza al diritto allo studio che passa dal diritto all’abitare. Abbiamo due grandi tensioni, una drammatica a Bologna e un’altra forte e crescente nelle altre città capoluogo di provincia sul tema affitti, una criticità sulla quale vogliamo focalizzare la nostra attenzione mettendo in campo investimenti".
Pianeta trasporti, lei in campagna elettorale aveva chiesto ‘un bagno di realtà’ sull’esiguità delle risorse per le infrastrutture. Ci sarà un focus anche sul Reggio e sui collegamento per la Mediopadana?
"Chiederò un incontro al ministro Salvini per decidere insieme quante risorse lo Stato può mettere a disposizione per l’Emilia-Romagna per i prossimi cinque anni, e per condividere quali sono gli interventi prioritari".
Politica, come verrà ‘ricompensata’ Reggio Emilia visto il grande apporto di voti alle ultime Regionali? Si potrebbe arrivare anche a un secondo assessore in giunta?
"Il risultato di Reggio è stato molto importante e lusinghiero, per il quale non posso che esprimere riconoscenza. Immagino sia necessario che il gruppo dirigente del centro-sinistra di Reggio Emilia abbia spazio e peso anche fuori dalla città. Ma per il bene dell’Emilia-Romagna, perché si tratta di persone, brave, capaci, competenti e di valore di cui hanno diritto di beneficiare anche gli altri cittadini"