"Oggi qui a Montecchio abbiamo stampato la prima copia del nostro programma nella coop sociale L’Olmo, che fa inserimento lavorativo in maniera eccezionale. Ogni volta che leggeremo un punto del programma nei prossimi 5 anni, ci ricorderemo dei ragazzi che lo hanno stampato". Michele De Pascale ha già macinato quasi 20mila chilometri in tutta la regione in un’intensa campagna elettorale per le Regionali. Ieri è tornato nel reggiano: Carpineti e Vezzano in mattinata, Reggiolo e Correggio di pomeriggio. Pausa pranzo al centro sociale Marabù di Montecchio. Il candidato del centrosinistra alla presidenza è accompagnato dai candidati reggiani Costa, Mammi, Arduini, Carletti, Amico e Fornili. A fare gli onori di casa al Marabù ci sono il ’past president’ Giuliano Arduini, il sindaco Fausto Torelli e il segretario Pd Gianluca Fontana. È l’ora di pranzo e De Pascale va a salutare le cuoche in cucina: nessuno resiste davanti a un enorme contenitore di ripieno per tortelli di zucca e chiedono cucchiai. Rifocillato, De Pascale torna alla politica.
Cosa pensa del risultato elettorale in Liguria?
"Ci complimentiamo con il presidente Bucci, con il quale ho avuto modo di collaborare come sindaco di città portuali. Allo stesso tempo c’è stato un impegno molto forte di tutto il centrosinistra: abbiamo sfiorato di un pelo il risultato. Il dato più preoccupante è l’affluenza: siamo sotto il 50%. L’impegno massimo da mettere in campo in Emilia-Romagna e Umbria è per la partecipazione".
Cosa dice ai reggiani colpiti dall’alluvione?
"Ho vissuto in modo molto forte nella mia terra il dissesto idrogeologico. Quando sono stato le prime volte in Emilia ho detto: non è un tema solo della Romagna. E purtroppo l’abbiamo toccato con mano anche negli ultimi giorni. Abbiamo proposte riorganizzative della Regione. Vogliamo costituire una Agenzia sola, dedicata alle opere di prevenzione e contrasto. Bisogna identificare il governatore come il commissario straordinario non solo per le zone colpite ma per tutto il territorio regionale. Ho toccato con mano - ho le cicatrici sulla schiena -, la pluralità di enti che sono coinvolti: Regione agenzie nazionali, consorzi, gestori del ciclo idrico… Bisogna che ci sia qualcuno che si assuma la responsabilità di un grande piano di opere. Mi candido per essere quella persona. Dal governo non ho avuto risposte e nemmeno dalla mia avversaria".
La siccità è l’altra faccia delle alluvioni: intende sostenere la diga di Vetto?
"È essenziale una strategia complessiva: risparmio idrico, agricoltura di precisione, riuso, e le soluzioni su cui si stanno facendo studi di fattibilità cioè gli invasi sia micro che di dimensioni più impattanti, puntando a obiettivi realistici. La situazione è talmente grave che non ci consente di escludere alcuna soluzione. Tra i punti del programma la riforma del Sistema sanitario regionale".
Come?
"Il nostro Ssr in tutte le statistiche è tra i più capaci di garantire risposte efficaci. Ma davanti ai tempi troppo lunghi al pronto soccorso o alle liste d’attesa che s’allungano, non citiamo statistiche ma 10 proposte molto articolate per un ridisegno complessivo. Ciò vale per le città e i centri più piccoli: rafforzare la medicina territoriale, garantire servizi e presidi appositi in montagna. La riforma dei Cau ha dato risposta alla criticità drammatica di carenza di personale nel pronto soccorso. Tiene, ma è in difficoltà. Bisogna valorizzare le competenze della medicina generale, che oggi denuncia di essere stata un po’ esclusa dalla riforma dei Cau".