"Con la stessa determinazione rivedremo anche la riforma dell’ordinamento giudiziario, per mettere fine alle logiche correntizie che minano la credibilità della magistratura italiana. E permettetemi una chiosa finale: abbiamo assunto l’impegno di limitare l’eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perché non ci siano mai più casi
Bibbiano, e intendiamo portarlo a termine".
Torna così a risuonare nell’aula di Montecitorio il nome del paese della Val d’Enza, travolto dall’inchiesta Angeli e Demoni. A pronunciarlo è stata direttamente la premier Giorgia Meloni nell’intervento alla Camera per la fiducia al suo governo. E la cosa ha fatto subito inalberare la neodeputata del Partito Democratico Ilenia Malavasi, che così ha commentato in una nota: "Nel discorso pronunciato oggi (ieri per chi legge; ndr) della Presidente del Consiglio mancano tante parole per me importanti, come la Resistenza. Ma non è mancata la parola ‘Bibbianò, usata con superficialità e la solita leggerezza. Non entro nel merito dei procedimenti giudiziari, ma ricordo che gli affidi vengono decisi dal tribunale dei minori e ai Comuni è assegnato il compito di darne esecuzione".
"La strumentalizzazione che si è fatta dell’inchiesta - prosegue - ha portato a delegittimare in modo generalizzato le istituzioni che in primis sono a difesa dei più deboli, in particolare i servizi sociali per i minori e il prezioso istituto dell’affido, strumento generoso di accoglienza per i bambini che nascono e vivono in contesti violenti. Noi abbiamo bisogno di servizi che funzionano, di fiducia tra istituzioni e cittadini e di un governo che sostenga il sistema di protezione e di tutela dei minori, non il contrario. Alla comunità di Bibbiano va la mia solidarietà e la mia vicinanza, che vorrei giungano anche a tutti gli operatori che ogni giorno prendono per mano persone con fragilità e debolezze, sperando che presto si rimettano al centro le persone e i diritti, a partire da quelli dei bambini. Bene infatti gli asili nidi gratuiti, ma non basta: serve la giusta attenzione ai bambini, a tutti i bambini, anche a quelli nati in Italia, che frequentano le nostre scuole e che meritano una scuola inclusiva".