Una maxi frode fiscale tramite fatture false per un totale di 37 milioni di euro. Il giro illecito è stato scoperchiato da un’operazione congiunta della guardia di finanza e della questura di Reggio che dall’alba di ieri hanno messo a segno sequestri per un ammontare di circa 12 milioni di euro nei confronti di 41 persone fisiche indagate e 37 società con sede in tutta Italia con perquisizioni tra Reggio, Parma, Modena, Trento, Verona, Torino, Monza, Milano, Brescia, Como, Bergamo, Cremona, Mantova, Livorno, Benevento e Napoli.
È l’esito della seconda tranche dell’inchiesta denominata ‘Titano’ coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio, sotto la direzione del procuratore capo Calogero Gaetano Paci che ha chiesto e ottenuto decreti di perquisizione e di sequestri preventivi dal gip Luca Ramponi del tribunale reggiano.
L’OPERAZIONENello scorso giugno, nella medesima operazione, vennero sequestrati 6 milioni di euro e messe a segno 80 perquisizioni nei confronti di 50 indagati per reati fiscali a vario titolo; provvedimenti volti a smantellare una presunta intera organizzazione dedita alla costituzione di società cartiere, riconducibili a soggetti residenti in provincia di Reggio e già coinvolti nell’indagine denominata “Billions”, che avevano emesso, nel periodo 2018-2022, fatture per operazioni inesistenti per circa 62 milioni di euro a favore di società terze.
I NOMI COINVOLTIIl nome che spicca tra tutti è quello di Antonio Sestito. Nato a Catanzaro e residente a Cadelbosco, è figlio di Dante, condannato in primo grado per l’omicidio di Salvatore Silipo, avvenuto il 23 ottobre del 2021 nell’autofficina “Dante Gomme”. E proprio con l’officina, Antonio Sestito avrebbe tratto un profitto grazie alle fatture per operazioni inesistenti. All’uomo – già coinvolto in ‘Billions’ – ritenuto al vertice della presunta organizzazione che gestiva il giro delle cosiddette ‘cartiere’ erano già stati sequestrati beni per 276 mila euro. Tra gli altri destinatari, rappresentanti legali o amministratori di queste società, ci sono Walter Di Castri, residente a Gualtieri, che con la DW Service srl avrebbe ottenuto un profitto illecito per a circa 1,6 milioni di euro. La squadra mobile della polizia e le Fiamme Gialle avevano trovato in sua disponibilità di anche una pistola con matricola abrasa, per cui l’uomo è stato arrestato. Gli altri reggiani sono Graziano Crotti, nato e residente a Novellara con la Sa.li.ca Gruop srl (che agiva su Prato, Milano e poi Sassuolo, nel modenese) e moltre altre società, come la Prisma 63 srl, Roberto Crotti, domiciliato ad Albinea, più volte intercettato sia telefonicamente sia via chat (utilizzava in particolare Telegram) che secondo le accuse gestiva i rapporti coi ‘prestanome’ delle societ tra cui Roberto Consolo, Antonio Jesus Trujillo Montenegro, Moustafa Essam, Giovanni Segalerba e Rosa Maria Tiramani.
LE SOCIETÀ NEL GIROLe società coinvolte (alcune risultano aver cessato l’attività) operano in settori economici diversificati, quali l’edilizia, il commercio all’ingrosso di imballaggi, l’abbigliamento, il commercio di software e computer. Coinvolte anche alcune società gestite da soggetti di etnia cinese, nella zona di Milano. Nel nuovo decreto sono stati colpiti anche la Aries srl, azienda di packaging nel milanese, è accusato di aver evaso oltre un milione di euro con l’escamotage della presunta organizzazione. Altro importo notevole è quello di oltre 800mila euro contestato alla F.n.f. Commodity srl (già in liquidazione) di Prato, per fatturazioni dalla Sa.li.ca Gruop srl di Crotti. Sotto la lente d’ingrandimento anche la Bs Energy srl che commercia all’ingrosso nel settore dei legnami semilavorati, che avrebbe tratto profitti per 117mila euro. Così come la Edilfer Costruzioni srl di Sassuolo per 85mila euro e la Famap Costruzioni di Reggiolo per 42mila euro.
IL TRAFFICO DI DROGAInoltre, nel corso di una perquisizione domiciliare a Gualtieri, nella Bassa, è stata rinvenuta una serra con 70 piante di marijuana in stato di coltivazione. Il proprietario è stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
Daniele Petrone