
Sabato l’inaugurazione al ’Moma’: è il prologo alla personale ’Sguardi’ che avrà luogo a ottobre .
Nel suo nuovo progetto fotografico indaga lo Spirito dell’Arte nella sua infinitudine, Gianni Marconi, che dopo il successo de ‘Gli Sfitti’, raccolta fotografica con cui denunciava in chiave sociologica e antropologica l’abbandono del centro, è impegnato in due mostre: la prima per Fotografia Europea - circuito Off - si intitola ‘Forever Young’ ed è il prologo a una seconda, ben più corposa, che avrà luogo a ottobre, dal titolo ‘Sguardi’.
L’inaugurazione di ‘Forever Young’ si terrà sabato alle 18, al Moma lounge bar di via della Croce Bianca 1f (durata, fino all’8 giugno). "Fra le diverse espressioni del linguaggio fotografico che ho realizzato negli anni questa è quella non episodica, e che continua ad essere fonte di ricerca", spiega Marconi. Un salto enorme, dalla contemporaneità dei negozi sfitti nel centro di Reggio all’eternità dei capolavori scultorei di Antonio Canova, Auguste Rodin e Igor Mitoraj, che han reso immortale la giovinezza della mitologia classica, da Amore e Psiche a Diana, a Onfale, a Galatea. A prima vista quello del fotografo potrebbe sembrare un esercizio di stile, una prova di virtuoso estetismo per potenziare la bellezza di opere già di per sè perfette, ma chi porrà più attenzione al taglio, al gioco di ombre e luci, all’ingresso di altri elementi in scena, potrà scorgere il tentativo di andare oltre la superficie marmorea per cogliere la vita e il sentimento pulsante, ovvero lo spirito trasferito dagli artisti alla materia che hanno modellato, poi ri-svelato dal medium fotografico.
"Ho colto l’occasione di Fotografia Europea, con il tema dell’’Avere vent’anni’, in una chiave molto diversa dall’invito a riflettere sulla realtà contingente dei giovani di oggi, mutevole e fugace, mai uguale a sé stessa e gelosa delle proprie peculiarità, al punto da rigettare e opporre una barriera a chiunque superi quell’età – spiega Marconi - per relegarlo ad un passato remoto. Eppure nelle mie foto spero si intraveda il denominatore comune di ogni generazione succedutasi nel tempo, che proprio nei vent’anni esprime al massimo i tumulti della propria anima: amore, idealità, introspezione, bellezza, ricerca del piacere".
Elementi eterni, e proprio per questo, contemporanei. Così nasce ‘Forever Young’, avere vent’anni per sempre, la giovinezza fra mito ed eternità, con una selezione di soggetti giovani resi immortali dall’arte. Una fotografia di valore estetico e stilistico, ma anche l’invito a predisporci a un diverso sentire, che anticipa la prossima mostra dell’autore, ‘Sguardi’, programmata per ottobre, della quale questa costituisce il prologo. "L’indizio per questo passaggio è percepibile con l’immagine ‘Big Nude V’ di Newton – racconta il fotografo reggiano – che convive con elementi classici di Canova e Mitoraj, la porta d’ingresso verso una dimensione affollata e parallela, nella quale l’arte e lo spirito, insieme, risuonano nel mondo, come diceva Kandinsky".
Le fotografie di ‘Forever Young’ sono state scattate in un arco temporale che va dal 2010 al 2023, nei musei del Louvre e Rodin a Parigi, Capodimonte a Napoli e Mart di Rovereto, e appartengono a un filone autoriale legato al mondo dell’arte che Marconi continua a implementare, interpretando i soggetti per coglierne le espressività più intime e la loro capacità di relazionarsi con gli esseri umani.
Lo spirito nell’arte è un tema affrontato da diversi ministri del culto, filosofi e artisti che hanno cercato di argomentare quanto Roberto Vecchioni ha recentissimamente dichiarato: "L’arte è l’unica vera invenzione umana". "Papa Paolo VI nella suo discorso agli artisti del 1964 disse: Perché, come sapete, il Nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di Dio - approfondisce Marconi - E in questa operazione, che travasa il mondo invisibile in formule intelligibili, voi siete maestri, diceva Paolo VI. È il vostro mestiere, la vostra missione; carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, colori, forme, accessibilità (…)".