Reggio Emilia, 14 agosto 2023 – La famiglia Portanova parla per la prima volta dopo che Manolo è stato ingaggiato dalla Reggiana il 3 agosto scorso col via libera del Coni. Ma già nelle settimane prima, il calciatore si allenava col club granata, dando il via a roboanti polemiche e reazioni. Una città spaccata: da una parte i tifosi che stanno dalla sua parte (con tanto di striscione srotolato in ritiro ‘Nella vita come allo stadio, fino al terzo grado nessuno è condannato’) e dall’altra parte una buona fetta di cittadini, esponenti politici, Cgil, ma soprattutto le associazioni anti-violenza femministe le quali hanno dato vita a sit-in di protesta e blitz al centro sportivo. Fino alla reazione di sdegno della presunta vittima dello stupro la quale – in un’intervista al Carlino di una settimana fa – ha detto che "avrebbe preferito che Manolo venisse affidato ad un centro di rieducazione piuttosto che giocare a calcio”. E, in un altro passaggio saliente, che “dei soldi del risarcimento non le importasse nulla”. Ora però Daniele, padre del calciatore (condannato a 6 anni in primo grado per violenza sessuale di gruppo) nonché a sua volta ex atleta, ha deciso di fornire la sua versione. Finora la famiglia Portanova aveva parlato solo in una conferenza stampa a Genova nel marzo scorso, dopo la sentenza emessa il 6 dicembre 2022.
“Ora però parliamo noi...". Daniele Portanova, ex arcigno calciatore di Bologna, Genoa, Napoli e Siena tra le tante maglie che ha vestito in carriera, nonché padre di Manolo – il neo centrocampista della Reggiana, condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo, in primo grado in abbreviato (con lo sconto di un terzo della pena) racconta la sua verità. "Questa storia sin da subito ha avuto un qualcosa di strano – attacca Portanova senior – Poi abbiamo deciso assieme al nostro avvocato Gabriele Bordoni, di intraprendere la linea del silenzio per preservare tutte le persone coinvolte fino alla sentenza, ma purtroppo questo ha permesso a tanti di sparare a zero sulla vicenda influenzando il pensiero di molti".
A cosa si riferisce?
"Sono state dette cose inesatte. Dal referto medico alla dinamica di quella serata, fino ai soggetti presenti, le affermazioni dei ragazzi. Manolo è stato dipinto subito come un mostro, ma non è così".
C’è una condanna di primo grado però...
"Sì, ma fino al terzo grado di giudizio nessuno può essere definito colpevole. E poi ci sono troppe incongruenze, tutte per noi dimostrabili con documenti che il giudice di primo grado ha completamente ignorato. Si dice che bisogna essere ritenuti colpevoli ogni oltre ragionevole dubbio, no? Sfido chiunque a leggere le carte e a non avere dubbi su quello che è successo quella sera. Ma riponiamo nuovamente la nostra fiducia nella giustizia, con la speranza e la convinzione che stavolta ci siano di fronte persone disposte ad ascoltare e a leggere tutti gli atti con meticolosità".
A quali incongruenze si riferisce?
"Già dal giorno stesso le azioni della ragazza sono state per noi innaturali e non lineari. Ha subito postato un video inquadrando il bracciale con tutti i suoi dati sensibili del pronto soccorso e allegando i link di giornale con il nome di mio figlio, come se volesse a tutti i costi far sapere che fosse lei la ragazza in questione, raccogliendo diverse centinaia di migliaia di like. Così come in queste settimane si sta divertendo a taggare e postare le pagine che dovrebbero essere a favore delle donne, ma che in realtà sono solo contro mio figlio".
Questo però non prova nulla e psicologicamente le reazioni possono essere le più variegate. Per voi dunque si sarebbe inventata tutto?
"Se non lo avesse fatto, perché allora quando le è stato chiesto di raccontare e scrivere il suo dolore dalla sua psicologa, ha fatto un copia e incolla di una deposizione di una ragazza statunitense che aveva subito uno stupro nel 2016? Perché quando la polizia, dopo la sua denuncia, le disse di non cancellare nulla dal suo telefonino, ha rimosso tutto – così come ha detto alle sue amiche – tranne alcune foto intime che riguardavano il batterista dei Maneskin (Ethan Torchio, ex fidanzato della ragazza, che verrà chiamato a testimoniare al processo di un altro imputato che ha scelto il dibattimento; da questi messaggi, secondo la difesa, si evincerebbe l’intenzione della ragazza di ricattare il musicista, ndr ). Così come tanti messaggi che ha inviato nei giorni precedenti alle amiche e nelle ore successive a quella serata a Siena, spediti al cugino in piena notte".
C’è però un video della serata con Manolo e gli altri tre ragazzi che è considerato la prova regina.
"Sì, ma per noi smentisce categoricamente la versione della ragazza, provando il suo essere consenziente".
La ragazza, in un’intervista al Carlino , ha detto che avrebbe preferito che Manolo non tornasse a giocare, ma fosse andato piuttosto in un centro terapeutico.
"Noi non abbiamo mai puntato il dito contro di lei sul fatto che fin dal giorno dopo la violenza che ha raccontato di aver subito, non ha fatto altro che serate e locali, con comportamenti incoerenti con quello che ha raccontato, dicendo di non avere più vita sociale. Ed è tutto documentato sui suoi social".
Questo non è reato però...
"Così come non è reato che Manolo torni a giocare e a lavorare. La legge glielo consente. Finora non abbiamo mai detto nulla, non spetta a noi giudicare la vita delle persone, ma se lei può permettersi di dire che Manolo deve curarsi, allora anche noi possiamo dire lo stesso. Così come la ragazza dice una bugia sul fatto che non abbiamo voluto confrontarci con lei in aula. In realtà Manolo si è sempre reso disponibile, ma il giudice ha bocciato la richiesta avanzata il 22 giugno di un anno fa. Dice anche che i soldi non le interessano, però ha chiesto 400mila euro tra risarcimento per lei e i genitori. Non possiamo continuare a subire attacchi e falsità da parte di tutti prima che venga acclarata la verità".
Con ’tutti’ si riferisce anche alle manifestazioni di protesta?
"Sì, ho visto le iniziative di movimenti a favore delle donne che mi hanno lasciato perplesso e deluso, nel momento storico che viviamo e con il femminicidio al centro delle nostre cronache. Credo che sia sbagliato verso chi davvero vive questo dramma paragonarlo a questa storia. Ma porgo la mano alle associazioni: qualora volessero confrontarsi o approfondire il caso, piuttosto che scrivere supposizioni, il mio avvocato è disponibile a inviare dati reali e concreti e a confrontarsi in ogni contesto pubblico e privato".