Conta uno per uno i giorni di lontananza forzata dalla figlia di 10 anni: "Se escludo due veloci incontri, siamo ormai a quota 900". Alla fine del suo secondo matrimonio si sono aggiunti pesanti strascichi legali: la sua ex ha infatti sporto denuncia per presunti maltrattamenti durati vent’anni, e anche la loro figlia più grande lo ha fatto. Non solo: "Per 8 mesi ho dovuto dormire in macchina", racconta lui sciogliendosi in lacrime. Di recente il gup Silvia Guareschi lo ha prosciolto: un sollievo, ma l’uomo soffre di non poter riabbracciare la figlia più piccola. Ad assisterlo nella sua complessa vicenda – un processo penale più un procedimento civile tuttora in corso – è l’avvocato Pina Di Credico (foto). Lui, un imprenditore edile oggi 66enne, si sposò una prima volta ed ebbe due figli. Poi conobbe una ragazza straniera che lavorava in locali notturni, se ne innamorò e decise di lasciare la moglie. Con la seconda donna nacque una figlia nel 2000, ma un paio di anni dopo rompono.
Lei si rivolse alla Casa delle donne e fu depositato un ricorso al tribunale dei Minori perché l’uomo non vedesse la figlia, per mancato versamento degli alimenti: "Ma lei non parlò mai di maltrattamenti". Poi la coppia si riappacificò, i due si sposarono nel 2005 e nacque una seconda figlia che ora ha 10 anni. L’uomo decise di comprare una casa, ma essendo a rischio pignoramento per alcuni problemi, propose di intestare la casa ai suoi quattro figli, mentre la donna chiese che fosse intestata solo a lei: "Alla fine fu accontentata e andammo a rogito nel 2021; l’abitazione, acquistata coi miei risparmi e quelli di uno dei miei figli, valeva 300mila euro. L’accordo era che poi sarebbe stata intestata ai ragazzi". Si verificò qualche screzio con la figlia nata nel 2000: "Io ero più tradizionalista, lei di mentalità più aperta". Poi la rottura definitiva con la seconda moglie: "Un giorno prese con sé la bimba più piccola, se ne andò e fece denuncia per maltrattamenti".
Partì anche la separazione con richiesta di addebito. E l’uomo sporse denuncia per sottrazione di minore. "Domandai di vedere la bambina e il giudice civile incaricò i servizi sociali di Reggio di predisporre un calendario per gli incontri, ma riferirono che la minore diceva di non voler vedere il padre". Si susseguirono due appuntamenti: uno "dopo 8 mesi" nell’autunno 2022, in presenza di un educatore; un secondo nel novembre 2023. "La bambina andò in bagno e poi non tornò più", racconta lui. L’avvocato Di Credico si attivò per facilitare gli incontri tra padre e figlia: "Scrivemmo molte mail ai servizi sociali, ma senza risposta". Poi scattò la decisione di depositare tre esposti in Procura contro i servizi. Nel frattempo la casa fu assegnata dal giudice alla madre e alla figlia, "ma loro non fecero rientro". L’uomo racconta di aver vissuto un dramma: "Ho dormito in auto per otto mesi, dall’aprile al novembre 2023: stavo davanti alla caserma dei carabinieri perché temevo mi accusassero di molestarle. Ho perso 25 kg. Non riuscivo neppure a parlare con la mia bambina: da un parcheggio, per due anni, la guardavo a distanza col binocolo mentre usciva da scuola". L’uomo è poi rientrato nell’abitazione a Natale scorso. Nel processo penale, la legale ha chiesto un incidente probatorio per sentire la bimba: "Il consulente ha concluso che la minore è stata influenzata da madre, sorella maggiore, psicologa e assistente sociale". L’ex e la figlia più grande si sono costituite parte civile anche per la bimba; la difesa ha chiesto il proscioglimento, accolto dal giudice. Nel filone civile "è emersa un’alienazione parentale da parte della madre ed è stata indicata la necessità che la bimba fosse presa in carico da un neuropsichiatra". Il 66enne, che sta riassemblando i brandelli di un’esistenza devastata dal dolore, scoppia in lacrime: "Vorrei riabbracciare la mia bambina".
Alessandra Codeluppi