Lui è a processo per le accuse di maltrattamenti e violenza sessuale verso la moglie, che sarebbe stata commessa anche quand’era incinta, oltre vent’anni fa. Nonostante tutto, la coppia abita ancora insieme in un paese della Bassa, vivendo tra difficoltà che si sommano a quelle emerse dalla denuncia sporta nel 2022 dalla moglie. Una loro figlia ha problemi ed è seguita dai servizi sociali, la madre potrebbe avere una casa alternativa fuori regione ma la ragazza è integrata qui, così la donna resta per stare vicina alla figlia nella casa col marito, nonostante il processo in corso.
Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ieri è emersa la situazione di difficoltà in cui vivrebbe tuttora la donna, costituita parte civile attraverso l’avvocato Jenny Loforese. Sono stati ascoltati i testimoni del pubblico ministero Maria Rita Pantani, tra cui il fratello, che ha raccontato di aver visto in passato nella donna "segni di ferite e lividi alla gola". Lei non sarebbe più stata picchiata dopo essersi rivolta ai carabiieri, l’uomo ha però descritto una situazione pesante che tuttora permane, cioè "la presenza in casa di lucchetti messi ai mobili" per impedire di mangiare alla donna, che viene aiutata dalla Caritas con pacchi alimentari. Parola poi alla cognata, che ha conosciuto nel 2019 la donna presunta vittima di vessazioni.
"Nel periodo Covid, portai sia lei sia mia fratello a fare il vaccino – ha detto –. Suo marito la apostrofò davanti a me: "Pezzo di m.". Ha poi raccontato di aver notato che la donna aveva difficoltà perché si trascurava e, andando in auto insieme in vacanza nel Sud, si accorse che aveva un dito del piede in putrefazione: "Secondo lei non era niente, ma non era in sé: fu ricoverata subito, aveva il diabete ma ignorava tutto". E ha confermato che dal 2020 l’imputato avrebbe chiuso con i lucchetti gli alimenti in casa: "Lei mi confidò che mangiava solo pasta in bianco".
Riferisce di una telefonata: "Mi disse che lui le aveva messo acido nell’acqua". Conferma che "in casa mobili e frigo sono chiusi a chiave". E dice che sono i familiari a provvedere alla donna: "A parte la pensione di invalidità, lui non le ha mai dato un centesimo. La aiutiamo noi e lei resta in casa solo per la figlia".
È stata ascoltata anche un’assistente sociale che ha detto di aver assistito a un loro litigio dopo la denuncia, ed è stata incalzata dal pm rispetto all’operato dei servizi sulla condizione della famiglia. L’imputato 64enne è difeso dall’avvocato Nico Vaccari: "Su alcuni aspetti contiamo di dare chiarimenti attraverso la deposizione del mio assistito e quelle dei testimoni da noi citati": passaggi previsti nella prossima udienza.
Alessandra Codeluppi