Reggio Emilia, 1 settembre 2018 – Tirava i capelli ai bambini, li prendeva per il collo, li tempestava di pizzicotti così forti da lasciare lividi sulla pelle. Per questo una maestra del centro Malaguzzi è indgata per maltrattamenti ed è stata sospesa per 6 mesi dall'insegnamento. Lei, una donna di 55 anni, reggiana, è finita al centro delle indagini dei carabinieri della caserma di Santa Croce e del nucleo operativo della compagnia di Reggio, coordinate dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi. I maltrattamenti sarebbero avvenuti durante la scorsa primavera.
La scuola è il simbolo dell'eccellenza reggiana nelle scuole d'infanzia: all'interno del centro ha infatti sede Reggio Children, l'istituzione che si occupa dell'educazione dell'infanza famosa nel mondo. La maestra - fa sapere il comune - è stata subito allontanata dalla struttura di viale Ramazzini e le è sttao sospeso anche lo stipendio: "L'Istituzione Scuole e Nidi d'infanzia del Comune di Reggio Emilia ha immediatamente provveduto all'allontanamento dell'insegnante interessata da tutte le scuole afferenti all'Istituzione medesima - scrive il Comune - Contestualmente e immediatamente, a fronte del rilievo dei fatti sin qui emersi e della professionalità specifica di educatrice, il Comune di Reggio Emilia ha avvitato un proprio procedimento disciplinare relativo alla persona interessata: si è provveduto alla sospensione della persona dall’esercizio dell’insegnamento in ogni scuola e alla sospensione dell’erogazione dello stipendio".
Scondo quanto accertato dalle intercettazioni audio e video disposte dalla procura, la maestra si rivolgeva ai bambini di una sezione del Ramazzini con atteggiamento rabbioso e con toni minacciosi, strattonandoli violentemente, afferrandoli per il collo o tirando loro i capelli, rovesciandoli con rabbia dalla brandina sulla quale erano sdraiati per il riposino pomeridiano, stringendoli forte e dandoli pizzicotti alle braccia e alle gambe tanto da provocare pure dei lividi.
I bambini venivano anche apostrofati con frasi del tipo “piangi pure… non mi interessa sentirti piangere”, incutendo paura e disagio nei minori. Le indagini dei carabinieri sono partite dalla denuncia di una mamma ,dalla quale si desumeva che la figlia minore fosse stata vittima di maltrattamenti.