Reggio Emilia, 2 novembre 2023 – Allerta rossa per il torrente Enza: tra Canossa e Vetto si rischia la chiusura della Fondovalle, la strada provinciale 513R che congiunge la pianura alla zona montana della Val d’Enza. Il Coc (Centro operativo comunale) di Canossa è stato riaperto, e nella frazione è operativo il personale della Protezione civile insieme a carabinieri, polizia locale e tecnici del Comune di Canossa pronti a bloccare la viabilità se il livello del torrente si innalzasse ancora di pochi centimetri.
L’Enza ha rapidamente superato soglia 3 a Cerdogno (zona appenninica) attorno alle ore 18,45 con l’ondata di piena che ha iniziato a scendere impetuosa a valle, dove il corso d’acqua era già gonfio per le piogge che avevano martellato l’area collinare e la pianura tutto il pomeriggio. A mezzanotte è prevista una riunione straordinaria in Prefettura, con il sindaco Luca Bolondi e gli altri amministratori della Val d’Enza, per fare il punto della situazione e prendere provvedimenti per tutelare la sicurezza della popolazione del distretto. Il blocco totale della viabilità sulla Fondovalle significherebbe tranciare in due la Val d’Enza, costringendo i cittadini e il sistema dell’autotrasporto a scegliere tortuose strade alternative per spostarsi tra pianura e montagna.
I pluviometri della Bonifica dell’Emilia Centrale oggi hanno misurato in oltre 10 millimetri la pioggia caduta a Cerezzola e Caprara, in 9,4 mm quella caduta tra Brescello e Mezzano di Parma, e addirittura in 15,4 mm nella zona dell’azienda Venturini Baldini (colli matildici): tutta acqua che si riversa nel torrente Enza. Situazione previste dai modelli meteo, ma non meno paurosa per chi - soprattutto nella Bassa - aspetta la valanga di acqua limacciosa e teme per la tenuta degli argini a ridosso del Fiume Po.
È prevista la propagazione della piena nelle casse d’espansione (Montecchio-Montechiarugolo) e nelle aree golenali (Gattatico), ma i livelli potrebbero far arrivare l’acqua a lambire gli argini maestri. Prudenza dunque a guidare in zone come quella di San Pantaleone a Gattatico. A contribuire all’innalzamento del livello idrico dell’Enza è stato soprattutto l’affluente Cedra, in Appennino, che già alle 15,30 a Selvanizza era sopra la soglia rossa; il Lonza ha contribuito meno, quasi nulla il Tassobbio.