Reggio Emilia, 4 settembre 2023 – Un livello di istruzione da metà classifica, o 6 stiracchiato per rimanere in ambito scolastico, che diventa una insufficienza piena se confrontate con le altre città dell’Emilia-Romagna dove Reggio risulta la peggiore tra le emiliane e davanti alle sole Ferrara e Forlì-Cesena. È quanto emerge da un recente studio de ‘Il Sole 24 Ore’ sui titoli di studio delle 107 province italiane, riferendosi a una popolazione dai 9 anni in su, e che vede il territorio reggiano arrancare al 52esimo posto con un 48,5% dei cittadini definiti con "un basso livello di istruzione", ovvero "privi di titolo di studio (analfabeti e alfabeti senza titolo), con licenza elementare e media (o avviamento professionale)".
Se ribaltiamo la classifica del quotidiano (che mette all’inizio le province ‘meno istruite’), troviamo Roma, Milano e Trento sul podio (38%); al contrario, in fondo c’è una evidente predominanza delle città del Sud (ben 17 degli ultimi 20 posti arrivando fino al 61%). E se Reggio rispecchia sostanzialmente la media nazionale (48,2%) ben più preoccupante è il confronto con le altre realtà regionali: Bologna è inarrivabile posizionandosi al quinto posto (‘solo’ il 41,9% ha un basso livello di istruzione), ma la differenza è impietosa anche con le altre emiliane come Parma (14ª piazza) e Piacenza (22ª), senza dimenticare che anche Modena (42ª) è davanti a noi.
"Al di là delle percentuali siamo consapevoli che il tema della povertà educativa è purtroppo diventato qualcosa di cui occuparsi in modo urgente e improcrastinabile", il commento preoccupato di Raffaella Curioni, assessore alla scuola del comune di Reggio. "Al di là delle evidenti differenze tra Nord e Sud non ci possiamo più permettere di non affrontare un grande e innovativo investimento sull’educazione fin dai primi anni di vita – prosegue Curioni che detiene le deleghe anche su nidi e scuole dell’infanzia –. Lo dobbiamo fare in modo strutturale e continuativo: solo attraverso la scuola infatti si raggiunge inclusione, integrazione e capacità di tenuta sociale ed economica. A Reggio ci stiamo lavorando da tempo, ma serve un supporto da parte delle politiche nazionali".
Parere simile anche per Rossella Crisafi, preside del liceo Ariosto-Spallanzani: "Il dato, relativo al 2021, risulta estremamente interessante per l’analisi di una situazione nella quale elementi economici e sociali si intrecciano in quelli educativi. Le osservazioni, ovvero che il 48,5% dei reggiani non supera la licenza media, confermano la necessità di continuare sulle linee che la scuola reggiana si è sempre posta come vie di miglioramento: la lotta alla dispersione scolastica e alle povertà educative, la collaborazione con gli enti territoriali, la cura degli spazi e la creazione di una stretta collaborazione con le famiglie".
La preside inoltre fa appello alle risorse europee: "Risulta prioritaria la lotta alla dispersione scolastica e agli abbandoni, che indeboliscono il tessuto sociale. Proprio per questo sono finalizzati i numerosi finanziamenti pubblici del Pnrr sui quali le scuole reggiane lavorano alacremente. Confidiamo che la situazione, già ora non critica, possa migliorare secondo gli obiettivi di Europa 2030".