"Ho una figlia della vostra età e voglio dirvi che quando si è alle superiori si ha magari la percezione che vi sia uguaglianza fra donne e uomini, ma che essa non è ancora raggiunta. La questione di genere c’è", dichiara Annalisa Rabitti, assessora alle Pari Opportunità, davanti a 200 fra studentesse e studenti del Polo paritario internazionale IEXS, liceo Matilde di Canossa e liceo artistico Chierici, riuniti al cinema Olimpia in occasione dell’evento nazionale in live streaming ‘Libere. Insieme contro la violenza sulle donne’, organizzato da Fondazione Conad Ets col sostegno di Conad Centro Nord, secondo nel calendario di ‘Progetto Scuola’, dopo IA e futuro nel lavoro.
"Noi oggi parliamo di violenza maschile sulle donne e di una radice patriarcale ancora presente. State attenti ragazzi, perché la violenza inizia piano – prosegue Rabitti – Da un controllo del cellulare e sale su, fino ai casi estremi".
L’opportunità di confronto con gli studenti sul tema della violenza di genere è venuta nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre.
Sul palco quattro donne, Elisa Bianchi, socia e operatrice dell’associazione Nondasola, Paola Rondanini, componente cda di Conad Centro Nord, Veronica Corchia, responsabile relazioni esterne Conad, e Rabitti, cui è seguita la visione di un evento in diretta a cui erano collegati 80.000 studenti da tutta Italia che ha visto un acceso dibattito sugli stereotipi di genere fra Celeste Costantino, vicepresidente fondazione Una Nessuna Centomila, Barbara Strappato, direttore prima divisione polizia postale e sicurezza cibernetica, e la rapper e attivista Big Mama.
Obiettivo, sensibilizzare le nuove generazioni sulle emergenze sociali in atto e sulle possibili soluzioni per una società più equa. Il dibattito in presenza era calato sulla realtà di Reggio, confermando quanto tutta la comunità locale, dalle imprese all’amministrazione e all’associazionismo, sia impegnata sul tema.
Se infatti si nota un decremento italiano nell’andamento generale degli eventi (-15%), e nel numero delle vittime di genere femminile (-18%) nel primo quadrimestre 2024, i dati sono sempre troppo alti e le casistiche orientate ad abusi e omicidi fra le pareti domestiche, ad opera dei partner.
"Sono fra le 350-380 le donne che in un anno subiscono violenza nella provincia di Reggio – dichiara Bianchi – Abbiamo aperto il nostro centro nel 1999 e spesso quando una donna ci chiama c’è una situazione già accaduta. Facciamo prevenzione nelle scuole con la stessa metodologia che applichiamo fra le donne. Cerchiamo di ascoltare molto". L’operatrice accenna a due tormentoni: "Vi sento parlare di relazioni tossiche e di un malessere che si aggira nei corridoi, che dobbiamo ancora decodificare. Il controllo, i ricatti, le limitazioni della libertà, fino al possesso e alla geolocalizzazione. Voi le definite relazioni tossiche, ma così facendo senza accorgervene si corre il rischio di normalizzarle".
Persiste fra le ragazze la sensazione addosso di sguardi giudicanti, aggiunge Bianchi, e la tentazione di certi maschi di stigmatizzare, nel 2024, i comportamenti sessuali delle ragazze. "Che idea abbiamo dell’amore? - si chiede infine la relatrice – Da chi lo impariamo e come impariamo a lasciare ?". "Fondamentale è lavorare 365 giorni per un contesto culturale realmente intenzionato a sradicare gli stereotipi che portano alle discriminazioni, alla disparità, alla violenza nelle relazioni affettive e ai femminicidi, che le cronache raccontano ogni 3 giorni", osserva l’assessora Rabitti.