Le foreste dell’Appennino custodi del clima. Uno studio recente pubblicato sulla rivista Nature, ha rivelato che le piante in tutto il mondo stanno assorbendo circa il 31% in più di anidride carbonica di quanto si pensasse in precedenza. Questo sorprendente dato emerge da una ricerca guidata dalla Cornell University, con il supporto dell’Oak Ridge National Laboratory del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Notizia ripresa dal Corriere della Sera con un articolo di Paola D’Amico che, non a caso, ha citato del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, con riferimento alla conservazione del patrimonio boschivo.
Tra Emilia e Toscana, vi sono un miliardo di alberi che svolgono un ruolo cruciale nella cattura della Co2 e in altri servizi ecosistemici. Il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, per il terzo anno consecutivo, sta promuovendo un progetto di pianificazione e gestione sostenibile di oltre 30.000 ettari di superfici. Questo progetto include la misurazione dei servizi ecosistemici in tonnellate equivalenti di Co2, che vengono tradotte in crediti di sostenibilità ‘acquistati’ da imprese. "Dalla cura del patrimonio arboreo deriva una remunerazione – ha dichiarato il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Fausto Giovanelli – un segnale importante per le comunità d’Appennino che ne traggono un beneficio economico". Comprendere quanto carbonio può essere immagazzinato negli ecosistemi terrestri, in particolare nelle foreste con i loro grandi accumuli di biomassa, è essenziale per fare previsioni sui futuri cambiamenti climatici e per promuovere la sostenibilità ambientale.
s.b.