REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Le lesioni gravissime? Il cuore dell’inchiesta"

Il Procuratore reggente, Isabella Chiesi, dopo la sentenza di condanna a Foti: "E il giudice l’ha riconosciuto. Nessun ’bis’, siamo esausti"

Il day after della Procura di Reggio Emilia è di moderata soddisfazione. Consapevole che l’impalcatura accusatoria dell’inchiesta di ’Angeli e demoni’ ha retto al primo importante snodo processuale ma che la strada per arrivare alla piena verità dibattimentale è ancora lunga. Forse, per il Procuratore della Repubblica reggente, Isabella Chiesi è più la stanchezza e la tensione (vissuta, per trasposizione, con le altre colleghe sostitute, in primis la dottoressa Valentina Salvi che ha coordinato le indagini sugli affidi illeciti del così detto ’sistema Bibbiano’) per un’anno di udienze preliminari che si sono susseguite a tamburo battente. Per la Procura reggiana, di sicuro, i 4 quattro anni inflitti allo psicoterapeuta Claudio Foti, non sono il frutto di una corte condizionata dall’ambiente esterno.

Dottoressa Chiesi, gli avvocati difensori di Claudio Foti hanno parlato di processo condizionato dai media e dall’ambiente esterno. Lei cosa risponde?

"Io non credo che i giudici prendano una decisione in base a ciò che la piazza pensa. E’ una sentenza come al solito sul provvedimento giudiziario, che si basa su degli elementi che sono stati portati all’attenzione del giudice. Rendiamoci conto: l’udienza preliminare è durata un anno, tutti hanno potuto esprimere le loro posizioni compiutamente e non è certamente quello che ha preceduto l’udienza preliminare che può aver influito sulle determinazioni del dottor De Luca"

Addentriamoci nei dettagli della sentenza, allora...

"Leggo che sull’abuso d’ufficio si è ’sfrondata’ molto la posizione del sindaco Carletti. Ma qui il tema è che l’abuso d’ufficio fa pendant con Hansel e Gretel e ciò che ha rappresentato nell’inchiesta. Non solo, ma fa pendant con le lesioni: che è quello che si è creato attorno alla gestione di questi bambini. Inoltre"

Inoltre...

"Le condanne (per Foti, ndr) sono due e per il capo riguardante la frode processuale manca l’elemento soggettivo ‘specifico’ della stessa, non che il reato in sè non vi sia stato. Tanto è vero che Foti è stato assolto perché ’il fatto non costituisce reato’ non perché ’il fatto non sussiste’. Inoltre mi preme sottolineare un ulteriore aspetto".

Prego.

"La condanna di Foti per le lesioni gravissime dolose. Questo la dice lunga sulla gestione del processo. E’ lì il cuore, l’anima dell’intera procedura. Certo, si è parlato tanto di abuso d’ufficio, ma il fulcro, il punto di partenza attorno a cui è ruotata tutta l’inchiesta, è aver aver fatto affiorare ciò a cui non era stato permesso a quei bambini: di spiegarsi come tutti gli altri normalmente all’interno di una famiglia. Ecco la sentenza di giovedì ha confortato la visione di questa Procura".

Quindi questa Procura si ritiene soddisfatta?

"Siamo soddisfatti, certo. Non lo possiamo negare. Ma non si è mai contenti fino in fondo quando si fa affiorare qualcosa che non ha funzionato nella nostra società",

Ci spieghi

"Noi interveniamo sempre dopo, a cose avvenute. Onestamente, è una gioia smorzata. Ecco, però, ribadisco, il risultato, soprattutto per le lesioni personali, resta e ci conforta"

Foti all’uscita dal tribunale, giovedì, ha detto: "Abbiamo messo a disposizione 15, 16 videoregistrazioni che non sono state attentamente valutate".

"Come si fanno a dire queste cose? Erano forse presenti nelle camere di consiglio? E’ vero che le parti in questo procedimento sono tante, ma si è dato voce a tutti. Solo ieri durante l’ultima udienza preliminare (giovedì per chi legge, ndr) è stato consentito a chi voleva intervenire di farlo compiutamente e a chi non è stato concesso, è il frutto di una corretta dialettica processuale. Tutti sono stati messi nelle condizioni di potersi esprimere".

Quindi quel tipo di valutazione da parte di Foti è da respingere, a suo avviso?

"So cosa è stato messo a disposizione nel procedimento, e ritengo che tutto questo sia stato valutato nel modo più corretto. Non si può considerare questa sentenza come superficiale. Ogni passaggio di questa lunghissima udienza preliminare è stata soppesata e pensata in modo corretto. Con un giudice (il gup Dario De Luca, ndr) che si è rivelato attento ad ogni sfaccettatura di questa inchiesta. E ripeto, se sono state riconosciute le lesioni dolose gravissime vuol dire che qualcosa è successo".

Dottoressa Chiesi c’è chi parla addirittura di un ’Angeli e demoni bis’. E’ effettivamente così?

"Le forze in campo sono esauste e non è in programma. Vi è da dire che Hansel e Gretel opera anche in altri contesti territoriali, magari in quelli qualche inchiesta è in atto. Capisco che vi possa essere, magari da parte di qualcuno, l’illusione che questa attività investigativa potesse costituire il primo varco cui inserirsi per far affiorare casi simili".

L’impegno della Procura reggiana è stato strenuo

"Esattamente. Perché qui non c’è stato qualcuno che ha ’bussato’ alla nostra porta ed ha parlato. La bravura della Procura è stato avere un’intuizione, capire che vi erano situazioni che dovevano essere indagate ed aver lavorato giorno e notte per svilupparla e arrivare ad un primo risultato importante come quello di giovedì".

Nicola Bonafini