REDAZIONE REGGIO EMILIA

L’avviso alla Destra: giù le mani dalla bandiera arcobaleno

Lascia stupefatti leggere che dopo la grande manifestazione popolare per la pace che il primo dell’anno ha visto Piazza Prampolini...

Lascia stupefatti leggere che dopo la grande manifestazione popolare per la pace che il primo dell’anno ha visto Piazza Prampolini riempirsi di bandiere arcobaleno, alla luce dell’Articolo 11 della Costituzione italiana proiettato sul lato del Municipio – mentre esplode ovunque ’la terza guerra mondiale a pezzi’, come definita da papa Francesco, e il presidente Mattarella stigmatizza le enormi spese militari globali – la destra reggiana in Sala del Tricolore abbia deciso di attaccare la bandiera della pace che sventola a Reggio Emilia sul Palazzo Municipale: avrebbe "una chiara valenza divisiva, in contrasto con il principio di neutralità che deve contraddistinguere le sedi istituzionali". Ci preme spiegare che la bandiera con i colori dell’arcobaleno fu introdotta in Italia nel 1961 dal filosofo e pedagogista Aldo Capitini, fondatore del Movimento Nonviolento, in occasione della ’Marcia della pace per la fratellanza tra i popoli’, da Perugia ad Assisi, da lui ideata. Non solo la bandiera, ma la stessa Marcia, organizzata in piena ‘guerra fredda’, qualche settimana dopo la costruzione del ’muro di Berlino’, fu vista da molti – in particolare a destra – come ’divisiva’.

Oggi, oltre mezzo secolo dopo, il muro a Berlino che divideva l’Europa non c’è più, ma le bandiere della pace e della nonviolenza continuano a sventolare ovunque, contro le nuove guerre, in Italia e nel mondo. Ma c’è in effetti un elemento ’divisivo’ che la bandiera della pace, fin da allora, afferma: divide il bellicismo dal pacifismo. Sul pacifismo è fondata la Costituzione della Repubblica italiana. Sul bellicismo e sul militarismo, come elementi identitari primari, era – ed è – fondato il fascismo. Nel prepararci all’ottantesimo anniversario della Liberazione dalla Seconda guerra mondiale, e dal nazifascismo che l’ha provocata, ricordiamo allora che oggi la Liberazione si chiama disarmo e che la Resistenza si chiama nonviolenza. Per questo la bandiera della pace sventola sul Municipio di una Città medaglia d’oro della Resistenza nel cui Statuto è scritto che ’Reggio Emilia ripudia la violenza e la guerra come strumenti per la risoluzione dei conflitti’. Per questo la bandiera arcobaleno deve rimanere al suo posto. Anzi il Movimento Nonviolento invita l’Amministrazione comunale a moltiplicare l’impegno in coerenti politiche attive di pace, a tutti i livelli, e i cittadini e le cittadine della nostra Città ad esporre ovunque le bandiere della pace e della nonviolenza, per manifestare un impegno collettivo che continua. Di cui oggi c’è bisogno più che mai. Movimento Nonviolento – Centro di Reggio Emilia