REDAZIONE REGGIO EMILIA

"L’Ausl fa scelte dirigiste e sorde Ora non pianga sui pochi dottori"

Samanta Papadia, sindacalista Snami: "I professionisti del 118 non vogliono più veder prevaricato il contratto"

"L’Ausl fa scelte dirigiste e sorde Ora non pianga sui pochi dottori"

Le ultime dichiarazioni della direttrice generale Ausl, Cristina Marchesi, sulla carenza di personale nei pronto soccorso (così come nel resto della sanità locale) non sono sfuggite allo Snami. Ieri il sindacato è intervenuto per mettere in chiaro un punto specifico, riguardo i cosiddetti ‘met’. I medici dell’emergenza territoriale 118 altro non sono che professionisti attivi - spesso in convenzione con l’Usl – sia nel reparto emergenze, quindi con automedica, sia nei pronto soccorso. La scintilla che ha fatto scattare lo Snami è stata l’informazione fornita dalla direttrice sulla mancanza di circa 40 professionisti nei reparti d’urgenza reggiani, oltre ai 50 già presenti. È di fronte a questa affermazione che il sindacato rispolvera l’accordo raggiunto ad agosto scorso tra Regione Emilia-Romagna, Snami, Fimmg e Federazione Cisl Medici: l’accusa ai dirigenti dell’Ausl è di aver prodotto "lo scatenarsi di un acceso scontro rispetto all’applicazione degli accordi regionali per i medici dell’emergenza territoriale 118".

Tale applicazione "avrebbe comportato un cambiamento organizzativo, osteggiato dall’azienda, con l’effetto di produrre un drastico peggioramento del clima lavorativo".

Ma cosa prevedeva questo accordo? In sostanza degli incentivi economici per i met, ma soprattutto una più strutturata distinzione delle loro mansioni. Come spiegato dalla presidente Snami, Samanta Papadia (foto accanto), "questi professionisti si trovavano a dover lavorare in automedica e in pronto soccorso contemporaneamente". Cosa che compromette non solo lo stato del lavoratore, ma mette a rischio anche la salute dei pazienti, imponendo un servizio ‘a intermittenza’, tra l’emergenza sul territorio e quella in ospedale.

"I professionisti del 118 non intendono più vedere prevaricate le loro previsioni contrattuali – aggiunge Papadia – ma l’azienda persevera nell’attuare politiche gestionali dirigiste e sorde, con anche trattenute illegittime nelle retribuzioni e mancato rinnovo di incarichi". Per questo, alle orecchie del sindacato, quanto dichiarato dalla direttrice Marchesi suona "intollerabile".

A gettare benzina sul fuoco c’è poi la scelta dell’Ausl di chiamare in forza ai pronto soccorso i professionisti ‘a gettone’ delle cooperative, quindi dal privato. Per Giuliano Ferrara (Cisl Fp Emilia Centrale) si è arrivati a un bivio: "Decidere insieme in quale direzione si vuole andare, oppure no – spiega -. Non vorremmo che il risultato delle cooperative avesse un effetto più negativo che altro com’è avvenuto non tanto lontano da noi, a Mirandola, dove il reparto di ostetricia è stato gestito con l’appalto e poi chiuso nuovamente, nel giro di pochissimi mesi".

Giulia Beneventi