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L’armata rossa si riprende quasi tutto. Restano solo tre comuni alla destra

Gazza (segretario Pd): "Nel 2020 Salvini fece campagna, stavolta sono stati assenti dandola per persa" .

L’armata rossa si riprende quasi tutto. Restano solo tre comuni alla destra

Da sinistra, Massimo Gazza, Alessio Mammi, Laura Arduini, Michele de Pascale, Elly Schlein, Andrea Costa, Elena Carletti, Federico Amico e Anna Fornili

di Daniele Petrone

Cinque anni dopo l’armata rossa si riprende quasi tutto. La mappa del risiko delle elezioni regionali è un monopolio del centrosinistra che rispetto al 2020 riconquista quei Comuni della Bassa (Brescello, Boretto e Guastalla), della zona ceramiche (Viano, Castellarano) e dell’Appennino-collina (Canossa, Baiso, Carpineti, Castelnovo Monti, Vetto, Ventasso, Toano e Villa Minozzo) che nella contesa tra l’ex governatore Stefano Bonaccini e l’allora sfidante Lucia Borgonzoni della Lega preferirono la coalizione di quest’ultima.

All’esito delle urne di due giorni fa invece, si può affermare che quella del centrodestra nel reggiano sia stata una vera Caporetto. I tre partiti che sostenevano Elena Ugolini – Fd’I, Forza Italia e Carroccio – hanno avuto la meglio solo a Vetto, Toano e Ventasso, in una montagna che sembra essere l’unica a credere ancora nel cambiare un predominio che dura da dodici lustri.

Massimo Gazza, segretario provinciale del Pd, è stato un trionfo.

"Abbastanza".

Solo? Dovrebbe essere raggiante...

"Resto coi piedi per terra. Mia nonna diceva sempre in dialetto: à vìn sira a ca’ ad tôti. Tradotto: viene sera a casa di tutti...".

Il quadro della provincia reggiana al voto ha visto il centrosinistra riconquistare il terreno perso nel 2020.

"Sicuramente c’è stata una grande affermazione di de Pascale anche in Comuni dove rispetto alle elezioni di cinque anni fa, ma anche nelle tornate successive, sia parlamentarie sia europee, eravamo in difficoltà. Questo è un segno molto importante per noi".

Cinque anni fa la rivale di Bonaccini era più il leader del Carroccio Salvini che la Borgonzoni. A questo giro invece non è stato così per la Ugolini e la Meloni qui non si è vista...

"Era un’altra era politica. La Lega, come dimostrano i dati dell’epoca, fece un risultato importante. Oggi non si può fare lo stesso confronto. Ma credo che il fatto che non ci sia stata una presenza vera dei dirigenti della destra sul territorio, sia un dato significativo. Insomma, l’avevano data per persa. Però noi siamo stati bravi ad aver lavorato sui territori dove cinque anni fa, numeri alla mano eravamo più deboli".

Avete perso però a Toano, Ventasso e Vetto.

"Sì, nei Comuni – almeno i primi due – in cui sta amministrando il centrodestra. Questo ci deve fare capire che qui dobbiamo impegnarci di più in ottica futura". Il Partito Democratico ha fatto a Reggio il miglior risultato dell’Emilia-Romagna. Questa indubbiamente è anche una sua vittoria. Si aspetta un salto di carriera politica o un ‘premio’?

"No, io faccio il segretario e ne ho già abbastanza... (ride, ndr)".

Però si attende un riconoscimento da parte del partito a livello regionale, nell’ottica di avere qualche ruolo di peso come il sottosegretario o la vicepresidenza?

"Sì, questo me lo aspetto. Non non per me, ma per la nostra comunità che ha lavorato bene. Sarebbe il giusto premio non solo per questa tornata elettorale e per i suoi risultati, ma anche per tutto il lavoro svolto nel quotidiano. Siamo un partito che organizza tante feste, da ultimo quella nazionale, perciò credo sia giusto riconoscere il giusto ruolo al Pd reggiano. Poi, come si tradurrà e in quali incarichi, questo sarà frutto di un’interlocuzione politica regionale. L’importante è che passi il messaggio che il Pd reggiano è un patrimonio importante per tutti".

Analizzando nel profondo della vostra lista, abbiamo sottolineato che Andrea Costa ed Elena Carletti in consiglio rappresenteranno un’inedita e sorprendente ‘maggioranza nella maggioranza’ dell’area ex lettiana nel gruppo reggiano...

"Uno dei pochi meriti che mi prendo è quello di aver avuto una gestione armonica e unitaria, non è stata una competizione correntizia. Altrimenti, non si spiegherebbe questo grande risultato generale. Abbiamo parlato a tutto l’elettorato e siamo riusciti a intercettarlo".

Amico, l’unico vero schleiniano è rimasto fuori.

"Anche l’Arduini appartiene alla corrente e col Pd nazionale abbiamo ottimi rapporti. Ma non è questo il punto, questo lavoro portato a termine è merito di tutti. Ci sono stati anche gesti generosi e non parlo solo di Vecchi, ma di tanti altri che potevano essere potenzialmente candidati in lista".