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Landini è un fiume in piena: "Oggi chi lavora è povero"

Il leader della Cgil protagonista nel dibattito alla festa dell’Unità nazionale "Non ci sono alternative: aumentare i salari e rinnovare i contratti collettivi".

Landini è un fiume in piena: "Oggi  chi  lavora è povero"

Con Landini anche Maria Cecilia Guerra e Fabio Storchi intervistati da Rita Querzè

Un fiume in piena, inarrestabile. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil domenica sera dal palco dibattiti della tenda intitolata a Enrico Berlinguer della Festa nazionale dell’Unità non ha quasi lasciato spazio agli altri interventi (la parlamentare Pd Maria Cecilia Guerra e l’imprenditore Fabio Storchi) nel rispondere alle domande della giornalista Rita Querzè. Al centro della discussione, partecipata da un folto pubblico, ‘La difesa del lavoro’.

"Esiste una questione salariale nel nostro Paese: è grande come una casa. Sta aumentando la povertà di chi lavora. Oggi in Italia si può essere poveri lavorando – ha detto Maurizio Landini – La prima questione è aumentare i salari, non c’è alternativa: rinnovare i contratti collettivi nazionali e aumentare i salari oltre l’inflazione. Cosa che non è stata fatta. È un tema non è più rinviabile. In questi ultimi tre mesi molti contratti sono stati rinnovati, ma se c’è stata una leggera inversione di tendenza il governo non c’entra".

Per il leader della Cgil il rinnovo dei contratti nazionali deve dunque avere anche il compito di redistribuire la ricchezza che viene prodotta. "Bisogna rimettere al centro il lavoro, la dignità delle persone attraverso il lavoro. Necessario anche introdurre il salario minimo, tenendo presente che il caporalato non riguarda soltanto il settore dell’agricoltura. Siamo di fronte a un bivio, che richiede scelte immediate e competenze rispetto a tutti i cambiamenti tecnologici, produttivi e ambientali, che sinceramente non sembra di riscontrare in chi ci governa". Un aspetto messo in evidenza anche da Fabio Storchi: "A questo Governo, ma non soltanto, non interessano i problemi veri e concreti di chi vive, lavora e produce in Italia. Si guarda a battibecchi di cortile e non si affrontano le sfide del futuro. E lo stesso fa l’Europa. Si deve cambiare rotta". Maria Cecilia Guerra ha sottolineato poi che "mentre ai tempi della lira a essere svalutato era il denaro – per mantenere una certa competitività sul mercato e contrastare l’inflazione – oggi lo sono gli stipendi. E questo impoverisce gran parte della società".

Stella Bonfrisco