GABRIELE GALLO
GABRIELE GALLO
Cronaca

Landi Renzo, tagli al personale. L’azienda: "Esubero di 80 risorse. Necessaria riduzione dell’organico"

Le cause: "Significativo rallentamento delle vendite che continua a interessare il settore della mobilità. Decisione arrivata "dopo un’approfondita analisi di ogni possibile soluzione". Iniziata trattativa sindacale

L’amministratore delegato di Landi Renzo, Annalisa Stupenengo: "Necessità di attuare misure volte ad assicurare la sostenibilità, e nello specifico una razionalizzazione dell’organico che comporterà un esubero di 80 risorse"

L’amministratore delegato di Landi Renzo, Annalisa Stupenengo: "Necessità di attuare misure volte ad assicurare la sostenibilità, e nello specifico una razionalizzazione dell’organico che comporterà un esubero di 80 risorse"

Ottanta posti di lavoro a rischio in una delle aziende storiche dell’industria reggiana, la Landi Renzo di Corte Tegge. I vertici aziendali con in testa l’amministratore delegato Annalisa Stupenengo, accompagnata dal responsabile delle risorse umane Lisa Gallerani e dal consulente Annibaletti, hanno infatti incontrato martedì le organizzazioni sindacali per metterle al corrente della non certo lieta novella. Riunione che ha prodotto un’immediata comunicazione di Fim-Cisl, Fiom Cgil e Uilm ai propri tesserati nella quale la triplice ha spiegato che "l’azienda ha evidenziato la necessità di ridurre i costi diretti e di rivedere la strategia industriale: anche per questioni di carattere geopolitico" in questo quadro si inserisce l’annuncio riferito ai sindacati di voler procedere "alla riduzione dei costi sul personale indiretto, quantificando gli esuberi in ottanta unità".

Premesso che le stesse Fim, Fiom e Uilm si sono riservate di approfondire la discussione sia sotto il profilo industriale che in merito alla gestione degli esuberi, i medesimi dovrebbero riguardare il solo settore impiegatizio, non andando quindi a toccare le "tute blu".

Nel quadro della ridefinizione delle strategie operative della Landi Renzo potrebbero esserci ricadute occupazionali pure sullo stabilimento Metatron di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, brand acquisito dalla Landi nel 2021, che dà lavoro a circa una sessantina di dipendenti. Sui contenuti della riunione di martedì è intervenuta anche l’azienda: "Landi Renzo ha incontrato le rappresentanze sindacali con l’obiettivo di fornire un aggiornamento sullo stato di salute del business automotive della Società. Al significativo rallentamento delle vendite, negli ultimi mesi si è sommato lo sconvolgimento degli equilibri geopolitici e macroeconomici globali, i cui effetti negativi sui mercati stanno eccedendo le aspettative degli analisti, "fattori che "stanno impattando significativamente sul business dell’azienda mettendo a rischio la sua attività sul mercato, nonostante la fiducia e il perdurante impegno dimostrato dagli azionisti di riferimento".

Esaminate le cause ("significativo rallentamento delle vendite che continua a interessare l’intero settore della mobilità"), i vertici della Landi Renzo confermano la notizia degli esuberi, rimarcando tuttavia che nell’incontro è stata "condivisa (coi sindacati, ndr) la necessità di attuare misure volte ad assicurare la sostenibilità, e nello specifico una razionalizzazione dell’organico che comporterà un esubero di 80 risorse".

Una decisione arrivata "dopo un’approfondita analisi di ogni possibile soluzione. Per queste ragioni, l’Azienda ha iniziato un dialogo con i sindacati e le istituzioni portando avanti un’attività di esplorazione di diversi scenari per minimizzare l’impatto per i lavoratori. L’azienda – conclude la nota – è pienamente impegnata a raggiungere la soluzione più equilibrata e socialmente sostenibile insieme alle organizzazioni sindacali".

Una precisazione importante dato che, sul piatto, non c’è solo il futuro occupazionale di 80 lavoratori, ma anche il piano industriale di rilancio dell’azienda presentato nei mesi scorsi che, all’epoca, prevedeva un investimento di 20 milioni di euro distribuiti in egual misura tra la famiglia Landi e il socio Gruppo Tamburi, più i 20 milioni richiesti a Invitalia, il fondo di Stato che interviene a sostenere i piani di investimento delle imprese.