SETTIMO BAISI
Cronaca

"La Sanità continua a soffrire in Appennino"

Parla Ferrari, presidente dell’Unione: "Sono convinto che dovremmo portare la telemedicina al più presto sul nostro territorio" .

L’appello dell’Unione dell’Appennino per potenziare la sanità in montagna

L’appello dell’Unione dell’Appennino per potenziare la sanità in montagna

In merito al dibattito in corso sulla sanità in Appennino, con particolare riferimento alla situazione dell’assistenza territoriale, interviene il Presidente dell’Unione Appennino e Sindaco di Castelnovo Monti, Emanuele Ferrari affermando: "Seguiamo con grande attenzione, ma anche con preoccupazione, quanto sta accadendo soprattutto nella parte alta del crinale, in particolare nel comune di Ventasso ma anche Villa Minozzo, comune che ha attraversato difficoltà simili per quanto riguarda i medici di medicina generale. Questo non è più un problema riguardante solo certi territori, è un tema endemico e credo che l’Ausl se ne stia facendo carico attraverso soluzioni che al momento sono, giocoforza, di emergenza.

Quello che ci sentiamo di chiedere all’Ausl è di provare ad ipotizzare interventi più strutturali. Abbiamo condiviso questi temi nel corso di incontri che si sono tenuti in questi giorni con la Direzione generale e con la Direzione di distretto, crediamo sia giunto il momento di dare una nuova forma organizzativa alla sanità territoriale, con un occhio di riguardo al territorio che ha delle fragilità sia per il tipo di popolazione che ha l’età media molto elevata, sia per lunghe distanze da percorrere nelle zone di crinale". Secondo il Presidente Ferrari, oggi non si possono cercare soltanto soluzioni relative all’organizzazione del personale, occorre pensare all’attivazione di interventi innovativi.

"Abbiamo parlato nei mesi scorsi dell’importanza che potrebbe avere la telemedicina, - prosegue Ferrari - sono convinto che la dovremmo portare come progetto sperimentale in tempi rapidi sul nostro territorio. Questo servizio aiuterebbe molto a risolvere i problemi di mancanza di personale con l’idea di prossimità delle cure diversa dal passato: cambio di paradigma con la cura che va incontro al malato e non al contrario, risparmiando tempo e risorse. L’Unione montana e tutti noi non ci rassegniamo a questa nuova situazione però la rassegnazione sull’impossibilità di trovare personale medico è diffusa nella comunità, ne abbiamo riscontro anche nelle strutture di tipo sociale come le Rsa. Il tema riguarda tanti ambiti della vita e della salute delle persone. Ci vogliono coraggio, idee innovative e concrete che recuperino la fiducia nel dialogo tra le istituzioni e l’azienda sanitaria in quanto il dibattito politico di contrapposizione, non aiuta a risolvere i problemi".

Settimo Baisi