Ventottesima nella classifica finale riguardante 107 province. Reggio Emilia nell’indagine della ’Qualità della vita’ del Sole 24 Ore perde ben 12 posizioni rispetto allo scorso anno in una graduatoria che vede posizionarsi ai primi tre posti le province di Bergamo, Trento e Bolzano. La prima provincia dell’Emilia Romagna è Bologna al nono posto e, prima di arrivare al 28° posto ci sono le province di Forlì-Cesena (13° posto), Modena (21° posto), Parma (26°) e Ravenna un gradino sopra di noi, ma in risalita di ben sette posizioni.
L’indagine ha preso in esame 90 indicatori, suddivisi in sei macrocategorie tematiche: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero.
Ogni macrocategoria è composta a sua volta da 15 indicatori che consentono di misurare molti aspetti del benessere, che indicano punteggi intermedi che determinano prima le singole graduatorie per categorie e poi quella definitiva e finale.
Analizzandole una a una, partendo da quelle che hanno un miglior posizionamento, nella macrocategoria ’Demografia e società’ Reggio Emilia si colloca ad un buon 13° posto, in avanzamento di due posizioni, ottenuto con un nono posto di ’Indice di dipendenza anziani’, un discreto 15° posto di ’mortalità evitabile’ e 18° di ’Quoziente di mortalità’, ma con un dato preoccupante che vede il posizionamento al 74° posto per ’Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione’ considerando la percentuale di analfabeti, senza titolo di studio, con licenza elementare o media dai 25-49 anni.
Ventesima posizione per la macrocategoria ’Ricchezza e consumi’ (in questo caso perdendo ben 20 posizioni) con un ottimo quarto posto per i pagamenti delle fatture entro i 30 giorni e un sesto posto sulla Retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, ma 106ª posizione per il ’Trend del Pil pro capite’, 74° posto per ’Disuguaglianza del reddito netto’ e, altro dato che spicca, pessimo posizionamento sull’Indice di Inflazione generale (87° posto).
Ventunesimo posto per ’Giustizia e sicurezza’ dove fa ben sperare un sesto posto per la durata media dei procedimenti civili e per i pochi incendi, bassi anche i reati legati agli stupefacenti (11° posto) ma a posizioni di classifica non rassicuranti per quanto riguarda i furti (con strappo, con destrezza, di automobili, in pubblica via).
Alta anche la mortalità stradale in ambito extraurbano.
Nella macrocategoria ’Ambiente e servizi’ la posizione è la 32ª: risulta essere prima per l’Ecosistema urbano, quinta per la raccolta differenziata, 27° posto nell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile, 29ª sulla qualità della vita dei bambini, giovani e anziani ma poi sprofonda 97ª in classifica per concentrazione media annua di Pm10, e scende al 107° posto (il peggior posizionamento) per il Tasso di motorizzazione, ossia il numero delle auto in circolazione ogni 100 abitanti (dato che comprende però anche le immatricolazioni delle società di noleggio auto che hanno sede a Reggio).
In ’Affari e lavoro’ si colloca al 69° posto con posizionamenti negativi sulle Presenze turistiche (83°), numero di ore di cig autorizzate (96°), poche imprese sociali (91° posto).
L’ultima macrocategoria riguarda ’Cultura e tempo libero’ dove Reggio ottiene il peggior posizionamento al 71° posto.
I dati positivi riguardano la partecipazione elettorale (ottavo posto), la copertura della rete Gigabit (28° posto), discreto il posizionamento per la spesa dei Comuni per la cultura (36° posto), ma poi si crolla quando gli indicatori parlano di librerie 101°), clima (90°), bar, cinema e ristoranti (104° posto dove probabilmente a incidere sono i pochissimi cinema ancora aperti) e, ciliegina sulla torta, la percentuale di amministratori comunali con meno di 40 anni.
Luci e ombre e tanti dati da prendere in considerazione.