"Pertanto, per quanto sopra esposto, il progetto deve essere rivisto e modificato". Si concludono con queste parole le contro-osservazioni della Provincia al progetto per la realizzazione su una superficie di circa 175 ettari tra Calerno e Sant’Ilario di un maxi impianto agrivoltaico da 80 MWp. Firmate dall’ingegner Valerio Bussei, dirigente del Servizio pianificazione territoriale, le contro-osservazioni sono state pubblicate il 29 novembre nel sito del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) insieme ad un analogo dossier della Regione. Entrambi gli enti bocciano il progetto presentato da Lilo Solar, società romana controllata dalla multinazionale spagnola Id Energy Group. La proponente ha presentato l’istanza e i relativi documenti al Mase il 3 gennaio scorso; l’iter è nella fase della Valutazione di Impatto Ambientale. Le numerose osservazioni degli enti locali, in primis il Comune, hanno portato Lilo ha redigere alcune modifiche al progetto. Le contro-osservazioni sono comunque decisamente negative.
Per fare il punto il Comune ha indetto un’assemblea per venerdì alle 21: si svolgerà nella sala civica di Calerno, presenti i parlamentari reggiani. Eloquente il titolo: "Le sfide della transizione ecologica. Rivedere gli interventi e le procedure su agri e fotovoltaico per una pianificazione che coinvolga i territori". Sì, perché le normative attuali non permettono agli enti locali di opporsi ma solo di chiedere delle modifiche. La Provincia, ad esempio, ha basato le proprie osservazioni sulla compatibilità con i propri strumenti di pianificazione territoriale, in particolare il Ptcp, e con il progetto della Via Emilia Bis (la collocazione non rispetta "l’ampiezza del corridoio di salvaguardia per la viabilità di interesse nazionale"). Palazzo Allende evidenzia che l’area adibita alla produzione di energia elettrica (81,87 ettari) è interessata dalla presenza di numerosi vincoli di natura ambientale, paesaggistica e culturale, tra cui Villa Inzani-Villa Spalletti. Bussei parla di "carenza di approfondimenti del progetto", "carenza di analisi delle alternative" e ribadisce quanto "già precedentemente osservato in quanto la documentazione integrativa non ha apportato modifiche in merito". Tra l’altro rispetto alla localizzazione si dice che è "interferente con il principale ambito della zona dei prati stabili fondamentale per la produzione del Parmigiano Reggiano".