"Nessun programma è mai stato predisposto e nessuna presa in carico del soggetto c’è mai stata". Lo sottolinea nella richiesta di convalida del fermo di Mirko Genco, accusato dell’omicidio della ex Juana Cecilia Loayza, la pm della Procura di Reggio Emilia Maria Rita Pantani, in riferimento al percorso che l’indagato avrebbe dovuto seguire da quando era di nuovo libero in seguito al patteggiamento a due anni per stalking, con la condizionale subordinata alla rieducazione. L’unico contatto avuto con il responsabile di un centro a Parma, in cui avrebbe dovuto seguire il percorso, era stato il 16 novembre, quindi quattro giorni prima del delitto. Al primo, invece, fissato il giorno della revoca dei domiciliari, cioè il 4 novembre, non si era presentato.
Una versione leggermente diversa da quella raccontata dalla presidente del tribunale Cristina Beretti, che pochi giorni fa aveva dichiarato che Genco "aveva iniziato la frequentazione di un centro di recupero, condizione necessaria per poter avere la sospensione condizionale della pena". Di fatto però quel percorso non era nemmeno ancora iniziato, a ben 12 giorni di distanza dalla sua condanna.