In passato si è spesso considerata la pasta un alimento altamente “ingrassante”, poco adatta per chi voleva mantenere costante il proprio peso corporeo ed anche per chi voleva dimagrire. Si è constatato invece, da più studi, che una caratteristica fondamentale della pasta è il suo basso indice glicemico, fattore che depone per una maggior salubrità rispetto ad altri carboidrati come le patate, il pane o il riso.
L’indice glicemico è la velocità con la quale i carboidrati contenuti negli alimenti, fra i quali appunto la pasta, fanno innalzare la glicemia nel sangue e più questo indice è basso meno aumenta il rilascio di insulina dal pancreas che è un ormone in grado, fra l’altro, di accrescere l’appetito e l’accumulo di grasso. Questo pregio della pasta sembra essere legato a vari fattori fra i quali il principale è la sua produzione con un’alta percentuale di grano duro. Di conseguenza minor rischio di diabete mellito e di malattie cardiovascolari; e anche un più facile controllo del peso.
Sembra che i fusilli abbiano le miglior caratteristiche per un basso indice glicemico, mentre spaghetti e penne rimangono in 2ª posizione.
William Giglioli,medico specialistain Scienza dell’Alimentazione