Reggio Emilia, 5marzo 2024 – Si può puntare sulla montagna, perché in piccoli borghi immersi nella natura si lavora e si vive meglio. A garantirlo è Elisa Marchi, 37 anni, che nel suo paese – Vetto, nella collina reggiana – ha aperto, insieme al marito, l’azienda di consulenza Esg, report e rating di sostenibilità. Così da poter conciliare l’attività professionale con i tempi della cura alla famiglia e le sue passioni. Una scelta che si sta rivelando vincente, come vincente è sta la sua battaglia contro la sclerosi multipla, ormai dichiarata in recessione.
Elisa, le capita spesso di trovare nelle persone una certa perplessità per aver scelto come sede della sua azienda un piccolo paese come Vetto, anziché la città?
"Spessissimo, anzi, pressoché sempre. Io sono vettese. A Vetto la mia mamma ha un’attività commerciale, direi storica: il bar del paese. Io sono sempre stata attiva nella cooperazione e sono tra i fondatori della pro loco. Perché dovrei staccarmi da un luogo che amo e dove sto benissimo? Il mondo del lavoro è cambiato e sta mutando in fretta, molti vincoli sono saltati".
In quale modo sta cambiando il mondo del lavoro?
"La pandemia è sicuramente stata una dura prova per tutti, ma ci ha costretto a elaborare nuove idee e modalità per svolgere il proprio lavoro. Ha fatto conoscere le possibilità dello smart working e di altri modi di organizzare i tempi di lavoro: spostando il fuoco sull’obiettivo che si deve raggiungere. Inoltre se si lavora in un ambiente familiare, piacevole, potendo gestire anche la vita privata senza ansia, il risultato è certamente migliore. E pure la produttività".
Non a caso si occupa di sostenibilità…
"Il nostro pay-off è ’Guidati dalla sostenibilità, orientati al successo’. Ed è così in ogni cosa che faccio. La sostenibilità passa attraverso la dignità delle persone. E dignità significa impegno reciproco nel costruire, avere mezzi per creare, avere mezzi per vivere in modo autonomo. La mia missione è investire nelle cose in cui credo. La montagna è una di queste cose".
Ci sono in cantiere altri progetti?
"Insieme a mio marito sto pensando ad altre possibilità di lavoro da portare a Vetto, ancora molto in embrione. Crediamo sia importante creare dei posti di lavoro nel nostro paese, perché sono tanti i giovani che oggi scelgono di lasciare la città per trasferirsi in luoghi più tranquilli. Durante il Covid sono stati molti i ragazzi che sono tornati ad abitare le case dei nonni sulle nostre colline. E vorrebbero rimanere. Questo è un altro aspetto legato ai mutamenti che sta attraversando il mondo del lavoro: per i giovani è diventata una condizione irrinunciabile il tempo da dedicare alla propria vita personale, che non intendono più sacrificare per la carriera".
Nonostante la malattia che l’ha colpita, ha continuato la sua attività di rally, con grandi risultati. È ancora in pista?
"Non più, dopo il Covid ho deciso di smettere. Però è stato un momento della mia vita molto bello. Perché inconsapevolmente, almeno in principio, ho scoperto di essere stata utile a tanti neo diagnosticati di sclerosi multipla, che hanno visto in me un esempio per non arrendersi alla malattia. Questa esperienza mi ha insegnato tanto, come lo ha fatto la patologia che mi ha colpito. Oggi devo sottopormi periodicamente a terapie, ma riesco a vivere una vita soddisfacente e gratificante. E in questo mi ha aiutato l’abbraccio della mia mamma, della mia famiglia, del mio paese e della mia comunità. In questa nuova fase, che è la recessione, mi sono data una parola, un motto da seguire per tutto l’anno".
E qual è la frase guida per il 2024?
"Lascia tutto ciò che non è corrisposto".