REDAZIONE REGGIO EMILIA

La maxi frode con false fatture. Tre arresti e 41 ditte coinvolte. Sequestrati 1,3 milioni di euro

Operazione ’Money Tools’ della guardia di finanza, in manette padre, figlio e ’matrigna’. Perquisizioni tra Reggio, Modena, Bologna, Mantova e Verona: 12 indagati e oltre due milioni evasi.

La maxi frode con false fatture. Tre arresti e 41 ditte coinvolte. Sequestrati 1,3 milioni di euro

di Daniele Petrone

Tre arresti, 12 indagati e sequestri per 1,3 milioni di euro con 41 imprese coinvolte. È la maxi frode fiscale portata alla luce dalla guardia di finanza reggiana che all’alba di ieri – su delega della Procura – sta eseguendo una decina di perquisizioni nei confronti di sei soggetti nella zona della Bassa ad opera dei militari della tenenza di Guastalla che hanno sequestrato documenti contabili a fini probatori nelle sedi d’azienda e nelle abitazioni private.

L’operazione – battezzata Money Tools – scaturisce da un’inchiesta avviata nel 2021 nei confronti di una ditta individuale della Bassa attiva nel settore del commercio di utensili industriali, intestata ad un prestanome extracomunitario. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, a partire dall’anno 2015, gli indagati avrebbero creato una una serie di imprese individuali (cinque quelle finora individuate e già sottoposte ad attività ispettiva di natura tributaria) gestite da “titolari formali” (teste di legno) che avrebbero consentito, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti grazie alle cosiddette ‘cartiere’ – per un importo imponibile di 11,4 milioni di euro e 2,4 milioni di Iva – ingenti risparmi d’imposta. Di questi avrebbero beneficiate 41 imprese con sede legali nelle province di Reggio, Bologna, Modena, Mantova e Verona, tra cui diverse con breve ciclo di vita e altre con sedi operative inesistenti.

Sono state denunciate complessivamente dodici persone, di cui nove a piede libero (quasi tutti prestanomi, tra cui ci sono anche una donna di origini kazake e altri due extracomunitari, uno residente a Viareggio) mentre tre sono agli arresti domiciliari. In manette sono finiti, con ordinanza di custodia cautelare del gip, due uomini – padre e figlio di 70 e 40 anni, il primo già gravato da precedenti specifici già condannato in via definitiva per reati di natura tributaria – e di una donna mantovana, ex convivente dell’anziano, tutti e tre residenti a Reggiolo.

Sono ritenuti gli ideatori della frode e nei confronti dei quali sono stati sequestrati 1,3 milioni di euro tra denaro (trovate anche banconote rumene sulle quali le indagini stanno approfondendo per capire altri legami), beni immobili e partecipazioni societarie. Dovranno rispondere, a vario titolo, delle accuse di dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture false.