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Il sit-in sulla via Emilia di agricoltori e allevatori delle province di Reggio e Parma
È tornata la protesta dei trattori. Ieri gran parte del settore agroalimentare si è fermato per denunciare le criticità che stanno mettendo in ginocchio tutta Italia. Da Nord a Sud, migliaia di agricoltori, allevatori e pescatori sono scesi in strada chiedendo l’adozione immediata dello stato di crisi e un intervento concreto da parte delle istituzioni. Anche Reggio è stata protagonista delle manifestazioni. Nella frazione di Bagno infatti, decine di agricoltori reggiani e parmensi – uniti in un unico presidio – si sono riuniti coi propri trattori per poi dare vita ad una marcia fino a Rubiera (video sul nostro sito www.ilrestodelcarlino.it/reggio), paralizzando anche il traffico. Mentre domani è previsto un corteo verso Piazza Prampolini per consegnare le istanze alle istituzioni.
Focus delle proteste il dramma delle piccole e medie imprese, schiacciate dalla concorrenza sleale e dai costi insostenibili del mercato. Nonostante la crescita generale delle performance del settore agroalimentare, il reddito reale degli agricoltori per addetto è in caduta libera. Tra le motivazioni anche la chiusura forzata delle aziende e il conseguente abbandono delle aree rurali, ma anche l’introduzione nel nostro mercato di prodotti agricoli lavorati all’estero con molecole e sostanze chimiche vietate nel nostro Paese. A tutto ciò si aggiungono emergenze come siccità, frane, alluvioni e desertificazione, aggravate dalla mancata gestione dei corsi d’acqua e dall’espansione incontrollata della fauna selvatica.
"Ora chiediamo un riconoscimento che non sia solo economico, ma anche sociale e ambientale", spiega Giorgio Bonacini, imprenditore agricolo dell’azienda Il Grifo e portavoce locale del sit-in. "Le concorrenze sleali riguardano i prodotti – continua – Noi sosteniamo costi altissimi tra burocrazia e regolarizzazioni, mentre dall’estero arrivano prodotti trasformati a basso costo, spacciati per italiani senza le stesse garanzie di qualità. E così le nostre aziende chiudono, lasciando spazio alle multinazionali. Risultato? Meno prodotti locali e più esteri".
Durante il presidio, Bonaccini ha lanciato un appello: "Abbiamo scritto ai sindaci per avviare un confronto. Li aspettiamo il 6 febbraio alle 17 all’agriturismo La Biolca di Rubiera. Serve una strategia condivisa per risolvere questa crisi". Infine, un invito ai cittadini: "Ogni volta che fate la spesa, scegliete prodotti made in Italy. In questo modo riusciamo a combattere il bassissimo potere contrattuale che noi agricoltori abbiamo nel settore".