Modena, 24 ottbre 2024 – Un arresto, sette persone denunciate, 21 lavoratori in ‘nero’ pagati poco più di 50 centesimi all’ora, laboratori tessili sotto sequestro e multe per quasi mezzo milione di euro. È l’esito di una maxi operazione contro il caporalato tra le province di Reggio e Modena, nel settore manifatturiero e del confezionamento di capi di abbigliamento. L’inchiesta – coordinata dai pm Dario Chiari e Stefano Finocchiaro della procura reggiana e condotta dai carabinieri (il comando per la tutela del lavoro, nucleo ispettorato del lavoro di Reggio, insieme ai militari del comando provinciale, al personale dell’ispettorato territoriale del Lavoro di Reggio e Modena, accompagnati da mediatori culturali dell’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni e personale del progetto “Common Groud” del Comune di Reggio).
Sono stati perquisiti e messi i sigilli a sette laboratori tessili a Reggio città, nella Bassa Reggiana e nel modenese, tutti gestiti da cittadini cinesi. Sono emerse gravi forme di sfruttamento delle condizioni lavorative nonché violazioni in materie di salute e sicurezza (privi del piano antincendio, di primo soccorso e di evacuazione d’emergenza) oltre che di condizioni precarie e degradanti degli alloggi. Sono state vagliate le posizioni di 101 lavoratori di cui ben 21 impiegati in ‘nero’, dei quali sette – tutti cinesi – senza permesso di soggiorno e dunque irregolari sul territorio. Sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 100mila euro complessivi e ammende per 300mila euro.
Nel dettaglio, nel nostro capoluogo, in un laboratorio tessile sono stati trovati 14 operai – di cui 6 in ‘nero’ – in locali con scarsa illuminazione e sistema di aerazione inefficiente nonché appartamenti-dormitorio attigui dove vivevano in scarse condizioni igieniche. Inoltre, era presenta un sistema di videosorveglianza non autorizzato che serviva al datore di lavoro, il 53enne cinese He Huanliang, arrestato in flagranza di reato con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro – per monitorare i turni. L’uomo, difeso dall’avvocato Vito Alessandro Pellegrino, è comparso ieri davanti al gip Andrea Rat per l’udienza di convalida. Si è avvalso della facoltà di non rispondere e il giudice ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del processo. Dalle indagini a suo carico è emerso come pagasse 0,55 euro all’ora i dipendenti, sottoponendoli anche a turni di 17 ore consecutive, senza pause nè giorni di riposo. A lui sono state contestate anche oltre 40mila euro e ammende per 80mila euro.
Nella Bassa reggiana invece, sono state ispezionate quattro imprese tessili con 12 lavoratori in nero su 42, di cui quattro irregolari con sanzioni per 60mila euro e ammende per 180mila euro. Infine nella Bassa modenese, un laboratorio tessile ritenuto “capofila” rispetto ai principali committenti e alle altre attività di confezione tessili cinesi nel territorio reggiano dove sono stati identificati 41 lavoratori di cui 2 impiegati in maniera irregolare. Sono emerse anche qui violazioni degli ambienti di lavoro non conformi e l’impiego degli operai senza le previste procedure in materia di formazione e sorveglianza sanitaria. Elevate sanzioni amministrative per quasi 10mila euro ed ammende per oltre 40mila euro.
Alessandra Codeluppi
Daniele Petrone