La festa e il bagno di folla in piazza: "Sembra un sogno, ma sono pronto"

L’emozione del neo primo cittadino: "Inizieremo subito a lavorare sulla cura del territorio e delle persone"

La festa e il bagno di folla in piazza: "Sembra un sogno, ma sono pronto"

La festa e il bagno di folla in piazza: "Sembra un sogno, ma sono pronto"

"Mi sembra di svegliarmi da un sogno...". Credeva al primo turno, ma forse con queste percentuali non se l’aspettava proprio. Marco Massari ha gli occhi lucidi dall’emozione, ma mantiene l’aplomb al quale ci ha abituati in campagna elettorale. Alle 19 convoca la stampa nel suo comitato, allestito tra via Toschi e via San Carlo, per una conferenza. Ormai, seppur a scrutini ancora non conclusi, la vittoria è in pugno. E può lasciarsi andare. "Sento l’onore e la responsabilità per questo incarico. Ringrazio tutti i cittadini – e non solo coloro che mi hanno votato – il mio staff e i candidati della mia coalizione. Ma soprattutto la mia famiglia per il supporto e per aver accettato questo cambio di vita". Poi ci tiene al fair-play: "Voglio fare un ringraziamento anche ai miei avversari, tutte persone di valore. I toni non sono mai stati accesi e di questo va fatto un plauso a tutti per la correttezza e la civiltà". Tende loro la mano e promette: "La mia porta per loro è sempre aperta, accetterò e ascolterò qualsiasi idea di miglioramento per la città". Neppure il tempo di dirlo che gli arriva la telefonata di congratulazioni del collega medico Fabrizio Aguzzoli, candidato di Coalizione Civica, al quale rende l’onore delle armi.

Le prime parole di rito sono andate, ma è già tempo di temi caldi: la composizione della giunta, con le forze di coalizione che reclamano spazio. Massari tiene le carte coperte: "Mi prenderò il tempo necessario, da due a tre settimane". E rivendica un’autonomia nelle scelte: "L’importante è il gioco di squadra e la competenza, poi è normale che si terrà conto anche delle preferenze". Poi la virata: "Dovremo cominciare subito a lavorare sui temi che ci siamo prefissati, dalla cura del territorio a quella delle persone, dalla manutenzione al lavoro". Prova d’esame alla prima intervista con la fascia tricolore virtualmente addosso è superata. Ora è giusto concedergli il tempo dei festeggiamenti. Stappa la prima di una lunga serie di bottiglie. Il brindisi d’apertura? Non poteva essere che con la moglie Roberta. Poi iniziano le strette di mano, le congratulazioni e le pacche sulle spalle. Dal segretario provinciale Massimo Gazza a Lanfranco de Franco – il quale da recordman di preferenze ha legittimato il futuro ruolo di vicesindaco anche in virtù del patto siglato a inizio corsa in assemblea – fino alla presidente del Patito, Roberta Mori. Non poteva mancare l’abbraccio in una sorta di passaggio di consegne col sindaco uscente Luca Vecchi.

La festa continua e si sposta in piazza Prampolini, dove scalpitano i suoi fedelissimi (da Graziano Delrio agli ex ‘compagni’ di Fgci tra cui Marco Pedroni) all’assessore regionale Alessio Mammi fino alla parlamentare Ilenia Malavasi e qualche centinaio di cittadini. Sembra tutto fatto apposta, anche la canzone agli altoparlanti. Dog day are over dei Florence and the Machine. "I giorni duri sono finiti, riesci a sentire i cavalli? Perchè eccoli che arrivano", la traduzione letterale. E arriva, il cavallo vincente. Mentre sullo sfondo passano scuri in volto Alessandro Aragona di Fratelli d’Italia e Giuseppe Pagliani di Forza Italia, i grandi sconfitti.

Massari tiene il suo primo discorso alla città da sindaco, davanti al municipio dove entro fine giugno si insedierà. "Qualcuno ha parlato di una città chiusa in questa campagna – dice il neo primo cittadino – Ma non è così: Reggio è dinamica e non è solo concentrata sulla sicurezza che è un tema sicuramente importante sul quale lavoreremo. Il più bel complimento l’ho ricevuto in piazza San Prospero nell’evento di chiusura della campagna; mi ha detto che sono stato l’unico a parlare di futuro. Eccolo, noi dobbiamo farci carico dei problemi delle persone, ma anche mettere in atto politico di lungo respiro". Si interrompe emozionato e si rivolge alla platea per chiudere: "Sono felice". E un invito: "Non perdiamoci di vista".

Daniele Petrone