LA FERITA NELL’ARGINE

Catellani (Bonifica): "Lavoriamo con grande rischio". Nutrie, tassi e vecchie tubature tra le possibili cause

LA FERITA NELL’ARGINE

Catellani (Bonifica): "Lavoriamo con grande rischio". Nutrie, tassi e vecchie tubature tra le possibili cause

Una grande muraglia d’acqua, quella del Po, che impedisce al Crostolo di defluire e alimenta la cascata che fuoriesce dalla falla di Cadelbosco; i canali di bonifica colmi e un cielo gonfio di nuvole. Sotto quelle nubi gli operatori la Cbec (Consorzio Bonifica dell’Emilia Centrale) e Aipo che lottano contro il tempo e il fango: "La parola d’ordine è ripristinare le falle, stiamo lavorando anche in situazioni di elevata rischiosità", sottolinea Lorenzo Catellani, presidente Cbec.

L’evento meteorico del weekend, sottolinea Catellani, ha avuto caratteristiche anomale: "Piogge copiose con oltre 100 millimetri di acqua caduta su terreni già saturi; piena molto forte e importante interna (rete Cbec) ed esterna (Po, Enza, Secchia, Crostolo, Rodano, Modolena ecc); rotture plurime degli argini, che a loro volta hanno provocato un sovraccarico della nostra rete di smaltimento".

Altro elemento cruciale – spiega il vice sindaco di Cadelbosco Marco Piccinini (nella foto) –, sono stati i tunnel scavati da tassi e nutrie. Vi è poi il giallo di una tubatura per il pescaggio dell’acqua, risalente agli anni ’60, che passa sotto l’argine del Crostolo proprio a ridosso dell’area del crollo. E, forse, ramaglie e tronchi negli alvei che hanno aumentato la pressione nei torrenti".

"I canali sono colmi, al Torrione di Boretto abbiamo raggiunto quote mai viste – spiega Catellani –. Stiamo smaltendo in Po 13 milioni di metri cubi di acqua al giorno. Gli impianti del Torrione, di San Sireo, delle Mondine stanno lavorando a pieno ritmo. Per quest’ultimo abbiamo chiesto e ottenuto da Enel più potenza per essere più performanti". Senza le pompe, il "sistema delle acque basse" non riuscirebbe conferire in Po nemmeno una goccia. Lentamente dal pomeriggio di ieri le quote si stavano abbassando, così come il Po. "Almeno un centinaio tra personale di campagna, operai e tecnici Cbec sono al lavoro: le aziende locali si sono messe tutte a disposizione da domenica notte. I fornitori, anche da altre regioni, hanno dato grande disponibilità, portando massi, sabbia e terra".

Le ditte incaricate da Aipo sono riuscite a chiudere le rotte arginali sul Cavo Cava, e tentano di fermare le falle su Tassone e Crostolo.

"Il Centro di coordinamento presieduto in prima persona dal Prefetto – conclude Catellani – ha fatto e sta facendo un lavoro eccezionale, siamo costantemente interfacciati con loro".

Alle 10 di ieri il livello del Po, all’idrometro di Boretto, ha raggiunto il culmine della piena, a quota 6,37 metri, come previsto: appena al di sotto la soglia 3 di allerta, fissata a 6,50 metri. Allagata gran parte della golena, ma con il fiume ancora distante dagli argini maestri, in particolare a Guastalla e Gualtieri. L’acqua è arrivata a lambire gli argini di Luzzara e quelli fra Boretto e Brescello, ma senza provocare situazioni di emergenza. Già da sabato, i volontari di Pc monitorano la situazione, per segnalare eventuali anomalie. Restano precauzionalmente chiusi i viali che conducono ai lidi, oltre alle piste ciclopedonali nelle golene o sugli argini interni.

Francesca Chilloni

Antonio Lecci