ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

La Dda chiede il carcere per Cornelli: "Se cerchi Mentana, scatta l’alert"

Al vaglio del Riesame la posizione dell’imprenditore reggiano. E spunta l’intercettazione sul direttore di La7

Il portone d’ingresso del civico 20 di via Gandhi dove ha sede l’azienda Dag di Giulio Cornelli (ora sottoposto ora agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico) posta ai sigilli come sequestro preventivo

Il portone d’ingresso del civico 20 di via Gandhi dove ha sede l’azienda Dag di Giulio Cornelli (ora sottoposto ora agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico) posta ai sigilli come sequestro preventivo

Reggio Emilia, 29 ottobre 2024 – Nell’inchiesta milanese sul dossieraggio, la Dda avrebbe chiesto al Riesame che l’imprenditore reggiano 38enne Giulio Cornelli, insieme ad altre dodici persone, sia sottoposto alla custodia cautelare in carcere. È quanto riporta l’agenzia Ansa. Da venerdì Cornelli è sottoposto ai domiciliari con braccialetto elettronico, così come altri tre uomini: è accusato in concorso con altri di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici pluriaggravato e intercettazioni illegali.

Stessa misura, il carcere, viene chiesta anche per il finanziere in servizio alla Dia di Lecce Giuliano Schiano, con il quale Cornelli avrebbe tenuto il rapporto cristallizzato in un presunto accordo corruttivo: secondo l’accusa, il gruppo che faceva capo alla società Equalize di Milano, nei cui uffici dal gennaio 2023 lavorava anche Cornelli, avrebbe versato al militare 1.300 euro al mese perché lui attingesse informazioni alla banca dati Sdi, cioè quella delle forze dell’ordine, poi riversate nej report chiesti dai clienti.

Da una conversazione agli atti tra Cornelli e Samuele Calamucci, esperto consulente informatico finito in manette, si parla del fatto che interrogando lo Sdi, in caso di personaggi in vista, scatta un alert. I due fanno l’esempio, oltre che di politici, del direttore del tg di La7 Enrico Mentana: "Il ragazzo giù che si estrapola ste robe qua, che mi ha detto che c’ha quelle due o tre categorie che non può fare (...) se no gli parte l’alert, quindi i politici nazionali, uomini di interesse. Mentana, ad esempio quella roba lì gli parte l’alert".

Dall’ordinanza cautelare del gip, emerge poi un parallelismo tra l’attività di estrapolazione dati del gruppo e un’altra inchiesta: a farlo, è uno degli stessi indagati. Quando si profila la possibilità di un accesso diretto, e illecito, alle banche dati istituzionali, acquisita soprattutto da Calamucci, ma anche da Cornelli, lo comunicano a Carmine Gallo, ex poliziotto e ad della società Equalize – pure lui arrestato –, ma non a Enrico Pazzali che è il vicepresidente: gli altri tre, Cornelli incluso, lo vogliono escludere. Gallo e Calamucci, intercettati il 12 ottobre 2022, concordano sul fatto che dirlo a Pazzali sarebbe un rischio, data la sua scarsa riservatezza.

Secondo il gip, Gallo paragona la loro attività di dossieraggio ("Passiamo i guai") alle analoghe vicende giudiziarie di Calogero ‘Antonello’ Montante "ritenendola addirittura più grave": "Sì sì, ha passato i guai Montante... molto meno ha capito... quindi... e lui non sa... non sa dello Sdi". Montante, ex leader di Confindustria Sicilia con delega all’antimafia, arrestato nel 2018, è stato condannato in primo grado a 14 anni, poi in Appello a 8 anni – domani si approderà alla Cassazione – per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistemi informatici: è accusato di aver creato una rete di spionaggio e di dossieraggio.

Di lui si è parlato venerdì in un incontro pubblico a Brescello con Emilio Tringali, vignettista di Ragusa, autore di due libri che indagano il cosiddetto ‘sistema Montante’. In una conversazione del 30 settembre 2022 Calamucci dialoga con Cornelli: secondo il gip, ricorrendo a un’espressione colorita, il primo gli spiega che attraverso il dossieraggio ritenuto illecito, il gruppo, "è in grado di tenere in mano il Paese". E "fa comprendere che per 300mila euro non è conveniente andare in carcere" e che "ha creato le basi perché Equalize e Beyond", piattaforma che aggrega dati da fonti aperte a quelli tratti da banche dati protette, raggiungano fatturati ragguardevoli".