GIULIA BENEVENTI
Cronaca

La cura di Davide Prandi: "La città si migliora insieme ai residenti. Ma serve più educazione"

Il neo assessore stila il programma: "La manutenzione stradale va pianificata con trasparenza e largo anticipo. Chiedo però maggior partecipazione".

"Sono nato e vivo tutt’ora in campagna, dove si usa il detto ‘Per fare un fossato servono due rive’. Una è l’amministrazione comunale, l’altra però è la cittadinanza, che deve fare il suo dal punto di vista dell’educazione civica". Davide Prandi, ingegnere informatico con 18 anni di esperienza professionale all’estero (Bruxelles, Londra, Washington e Amsterdam) è il nuovo assessore alla cura della città nella giunta Massari. Tra le sue deleghe la manutenzione del territorio, la cura dei quartieri e delle frazioni, la gestione dei rifiuti e la partecipazione. Piccole grandi cose che insieme possono portare "a una presa di coscienza collettiva".

Prandi, come si trova in questo nuovo ruolo?

"Non ho mai avuto incarichi politici finora, il primo consiglio comunale è stato davvero emozionante, sto ascoltando e imparando tantissimi aspetti della città che non conoscevo. La chimica in giunta mi sembra ottima e rispecchia lo stile di leadership del sindaco".

Soddisfatto delle deleghe?

"Devo dire che mi sento onorato perché parte del cuore di questo mandato risiede proprio nel concetto di cura, nell’intento di far incontrare le richieste di risoluzione e ascolto di problemi con una produzione di risposte concrete. Lato partecipazione negli ultimi anni il Comune ha dato ai cittadini di tanti strumenti utili, forse è sul versante delle risposte che si può fare qualcosa di più, a partire dalla comunicazione che potrebbe essere più armonica".

Cosa intende?

"Voglio dire che l’enfasi su una buca stradale spesso è molta di più rispetto a quella riservata a iniziative che magari vengono date per scontate".

Quali pensa che siano i suoi punti di forza rispetto alle mansioni che avrà nei prossimi anni?

"Credo di poter portare un buon contributo sotto l’aspetto della pianificazione e della programmazione. L’ambizione è quella di rendere più trasparenti i processi, come potrebbe essere quello della manutenzione delle strade: poter far sapere in anticipo quale intervento verrà fatto, allargandosi su piani anche triennali o quadriennali. Idem per la cura del verde e la raccolta dei rifiuti".

Ecco, la Tari è un argomento che spesso fa scattare il furor di popolo. L’ha messo in conto?

"Proprio in questi giorni ho incontrato i dirigenti Iren ambiente che mi hanno dato un quadro dell’offerta di servizi, per molti versi eccellente. Avremo altri focus su questi temi, incluse le tariffe, e ci sarà anche lì uno sforzo comunicativo importante". Nella sua esperienza all’estero, ci sono esempi virtuosi da cui si può attingere?

"Parliamo di altre dimensioni e complessità, ma penso ad Amsterdam o ai Paesi anglosassoni nei cui quartieri ho sempre trovato unità organizzative proprie. Soggetti che in sé aggregavano una serie di servizi, una sorta di manutentore di zona che fa pure da collettore sociale".

E invece ci sono aspetti in cui noi siamo già avanti?

"Il primo esempio che mi viene in mente è il quartiere in cui vivevo a Londra, dove la raccolta differenziata è arrivata solo nel 2023… Credo poi che il nostro livello di socialità sia invidiabile, me lo confermano anche tanti amici che dall’estero mi vengono a trovare qui: in Emilia e a Reggio uniamo l’accoglienza e il calore del Sud Italia con la laboriosità e la disciplina del Nord. È una sfaccettatura che può sembrare scontata ma non lo è, anzi, bisogna continuare a valorizzarla".