In un contesto generalizzato di calo di nascite in Italia e invecchiamento della popolazione, arriva una buona notizia che ha il profumo di buon auspicio. Mercoledì scorso all’Arcispedale Santa Maria Nuova è stato registrato il record di nascite in un solo giorno, con ben dodici nuovi nati. Anche la settimana è quasi da record: da lunedì a giovedì sono venuti alla luce ben 34 bebè. Il reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santa Maria Nuova, diretto dal dottor Lorenzo Aguzzoli, ha lavorato a pieno ritmo per fare fronte a questo boom di nascite. Un record e anche una grande gioia da parte dei medici, delle ostetriche e degli infermieri (l’èquipe nella foto) che hanno riempito le culle a disposizione del reparto. Ma quello che conta è che tutto sia andato bene grazie alla grande professionalità dell’equipe ostetrica e neonatologica.
Dei dodici neonati di mercoledì, undici sono femmine e uno é maschio: viene da dire, beato tra le donne! Guardando oltre, nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Reggio Emilia sono nati al 17 dicembre 2024, 2.413 bambini con un incremento di 57 bimbi rispetto allo stesso periodo del 2023.
"L’attività quotidiana del reparto di Ostetricia è fatta di questi eventi – dichiara il dottor Aguzzoli – ma l’eccezionalità di fare nascere così tanti bambini in un solo giorno sorprende sempre e ci riempie di pensieri positivi per il futuro. Siamo consapevoli che a permetterci di gestire al meglio situazioni di questo tipo siano anzitutto la professionalità e l’esperienza degli operatori, cui va il nostro plauso, nonché le tecnologie a disposizione. Siamo ad oggi il terzo centro per numero di parti a livello regionale e il primo centro in Regione per assistenza al parto podalico che viene offerto alle mamme che lo desiderano. Siamo inoltre fortunati e orgogliosi di avere una Neonatologia all’avanguardia che ci consente di assistere al meglio anche i neonati pretermine e di basso peso. Secondo i dati Istat – conclude Aguzzoli – l’Italia ha il tasso di natalità più basso d’Europa e di conseguenza questo non può che essere un segnale di cui rallegrarsi".
Cesare Corbelli