Dal lato opposto di via Martiri di Minozzo si scorge una nutrita folla davanti all’entrata di una nuova bottega di liuteria, che è stata inaugurata sabato, realizzazione del sogno di Alessandro Gherardi (1993). Amici o conoscenti desiderosi di congratularsi con questo giovane che costruisce interamente a mano e restaura strumenti e archetti nel suo laboratorio. Nato a Liverpool, tra le foreste della Lapponia scopre la bellezza del legno e il piacere di lavorarlo. A Reggio, città della sua famiglia, si diploma Maestro d’Arte e prende la maturità all’Istituto Chierici, decidendo poi di frequentare la scuola di liuteria Bottega di Parma, del maestro Desiderio Quercetani. È sotto la sua esperta guida che costruisce secondo i principi della tradizione liutaia italiana i suoi primi strumenti ad arco, insieme al restauro e alla riparazione di strumenti antichi e moderni. Contemporaneamente si sta formando a Reggio con il maestro Giovanni Cavazzoli nella costruzione, manutenzione e riparazione dell’archetto.
Come si è innamorato della musica e dell’ebanisteria?
"La mia passione per la lavorazione del legno è nata a 9 anni: ho avuto la fortuna di vivere in Svezia per un anno con la mia famiglia e di frequentare la scuola elementare locale. In Lapponia fin da piccoli i bambini vengono istruiti, oltre che nello studio, nelle arti manuali come cucito e falegnameria. Ci insegnavano a realizzare oggetti e giochi di uso quotidiano. Rientrato a casa a Reggio ho capito che da grande avrei voluto lavorare il legno. Crescendo è nata la passione per la musica e in particolare per gli strumenti a corda".
Quali sono le sue origini?
"La mia famiglia e io siamo reggiani doc. Prima della mia nascita i miei genitori stavano frequentando Medicina tropicale a Liverpool, e io ho avuto la brillante idea di far loro una sorpresa e nascere in anticipo. Quindi sulla mia carta d’identità è riportato il luogo di nascita estero".
Che cosa ha sentito dentro di sé in Lapponia che l’ha spinta a intraprendere il suo percorso?
"Da piccolo a Reggio non avevo mai avuto l’occasione di provare a lavorare il legno, in Italia i laboratori di artigianato sono presenti solo a partire dalle scuole superiori. Nel laboratorio di falegnameria svedese ho scoperto di avere molta manualità nel legno, realizzando tutti i giochi che volevo".
Un mestiere difficile e di nicchia. Come si diventa liutai?
"Servono pazienza e manualità. Il maestro insegna a trasformare un pezzo di legno in un violino da suonare in orchestra. È un mestiere dove non si finisce mai di imparare e migliorare".
Che succede quando sente il primo suono uscire da un violino?
"Ogni strumento che realizzo prende vita dopo mesi di lavoro, nel momento in cui monto le corde che, sfiorate con l’archetto, emettono il loro primo suono. Quando finalmente ho portato a casa il mio primo violino, dopo ben 9 mesi di lavoro, mia mamma, ostetrica, ha esclamato ’è nato!’".
Lei costruisce e ripara anche gli archetti. Non è consueto, vero?
"Esatto, liutaio e archettaio sono mestieri ben distinti. Mentre frequentavo la bottega di liuteria ho conosciuto un maestro archettaio di Reggio che ha avuto la pazienza di insegnarmi".
Uno degli ultimi interventi al Premio Borciani ...
"A Reggio ogni tre anni si tiene il concorso musicale per quartetti che attira musicisti da tutto il mondo. Mi è capitato un intervento di urgenza per una violinista coreana arrivata a Reggio per partecipare proprio al Borciani. Ho ricevuto una chiamata disperata, non poteva più usare il suo archetto. Si è presentata in bottega e ho risolto il problema, permettendole di tornare a suonare e non rendere vano il suo viaggio in Italia".
La sua musica preferita ?
"Non ho un genere musicale preferito, ma sono particolarmente affascinato dal connubio tra strumenti ad arco e musica moderna. Un esempio sono i ‘2Cellos’ che con i loro violoncelli hanno incantato anche i più giovani, solitamente non interessati a strumenti ad arco".