Sorridente, cordiale, James Franco è entrato – insieme al regista Claudio Giovannesi – in una sala gremita al cinema Al Corso, tra gli applausi del pubblico. In una mano una bottiglietta d’acqua e nell’altra lo smartphone. Abbigliamento casual e una testa brizzolata, che non fa certo rimpiangere i tempi in cui interpretava Harry Osborn/Goblin nella saga di Spiderman. Un antidivo in piena regola.
Per la prima volta diretta da un regista italiano, la star di Hollywood è protagonista del film "Hey Joe", con una storia ambientata a Napoli negli anni ’70, che passa tutta attraverso i suoi occhi e che lo impegna con la nostra lingua.
"Sono tante le cose che ti portano ad accettare un ruolo – ha detto James Franco. – In questo caso oltre la storia ci sono state altre cose che mi hanno fatto subito decidere: avevo appena visto ’La paranza dei bambini’ di Claudio, poi amo il cinema italiano. Ho apprezzato ’Gomorra’ di Matteo Garrone. E quando ho visto la firma di Maurizio Braucci nella sceneggiatura non ho avuto più nessun dubbio. Prima di iniziare le riprese mi sono messo subito a lavorare con Tatiana Lepore per imparare l’italiano, ma è stato importante anche il contatto con la gente di Napoli. È stata una bellissima esperienza lavorare con Claudio Giovannesi, con lui mi sono trovato immediatamente in sintonia. Oltre ad essere un regista straordinario. Di lui mi piace anche il neorealismo dei grandi maestri italiani che ha saputo conservare nelle sue pellicole. Anche io sono regista e questo mi ha messo nelle condizioni di apprezzare ancor di più il suo lavoro".
A cinque anni da ’La paranza dei bambini’, Claudio Giovannesi è tornato alla regia con "Hey Joe", presentato alla diciannovesima Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Pubblic. "Questo film esiste perché esiste James – ha raccontato Claudio Giovannesi – alcune scene sono state proprio scritte praticamente" da lui, il finale è suo. Una collaborazione che è durata per tutta questa avventura". Giovannesi è un regista asciutto, pacato, che sa andare al cuore delle cose illuminandole. James Franco, con la sua straordinaria interpretazione, si è messo al suo servizio. Ma non in modo passivo. Contribuendo a delineare ogni linea dell’anima del personaggio protagonista. Un uomo che non ha più nulla da perdere, un veterano, che parte dagli Stati Uniti d’America per cercare, a Napoli, un figlio concepito dopo la liberazione. A condurre l’incontro, domenica sera scorsa, Sandra Campanini responsabile del cinema Rosebud e presidente regionale Fice.