
Invalidate le prove di Stato: "Rischio il licenziamento"
Appello di un’insegnante in servizio a Castellarano per evitare il licenziamento.
Roberta Cetro, docente di scuola primaria all’istituto comprensivo di Castellarano residente a Reggio, denuncia una spiacevole situazione che potrebbe portarla alla revoca di docente di ruolo dopo aver contratto il Covid. "Rischio il licenziamento – sottolinea amareggiata Cetro – a causa di una sentenza del Consiglio di Stato che invalida una sentenza del Tar del Lazio che aveva garantito ai docenti colpiti dal Covid di sostenere il concorso ordinario per l’assunzione dopo prove suppletive".
Cetro spiega che nel dicembre 2021, durante la quarta ondata di contagi della pandemia, un "centinaio tra gli insegnanti che avrebbero dovuto sostenere il concorso ordinario per essere immesse in ruolo alle dipendenze dell’ex Miur, si scoprono positive al virus e pertanto viene loro preclusa la partecipazione alla prima prova scritta. Era obbligatorio, all’epoca, essere in possesso di green pass valido e l’infrazione della quarantena comportava sanzioni penali per chiunque, positivo, violasse l’obbligo di isolamento".
La Cgil indice un ricorso al fine di richiedere la calendarizzazione di prove suppletive per tutti i docenti che si ritrovassero nella stessa condizione.
"Il Tar del Lazio – osserva Cetro – accoglie il ricorso e lo stesso Miur, che successivamente farà ricorso in appello al Consiglio di Stato, calendarizza le prove suppletive; sosteniamo regolarmente una prova scritta e in seguito quella orale e otteniamo l’immissione in ruolo per l’anno scolastico 2023/2024. A novembre giunge, dagli avvocati che hanno portato avanti il ricorso, comunicazione di una pronuncia negativa da parte del Consiglio di Stato per un’udienza analoga: in caso di pronuncia negativa si procederà con la revoca del ruolo e l’eventuale licenziamento". Il 21 novembre si tiene l’udienza e il Collegio trattiene la causa in decisione. "Il 25 gennaio – evidenzia Cetro – l’epilogo: ‘Non vi era alcun obbligo di istituire prove suppletive in ragione della pandemia’. Ecco l’ennesima decisione rimessa nelle mani di chi tante volte ha chiuso due occhi su sanatorie impensabili, di personale docente immesso in ruolo con concorsi fuffa (vedi straordinario 2018) o dopo aver comprato un anno di Tfa, molto spesso utilizzato quale scorciatoia per avere il ‘posto fisso’. Dopo anni di precariato, formazione continua e un concorso regolarmente vinto, ci si chiede cos’altro bisognerebbe dimostrare a uno Stato che mette in dubbio il ruolo dei suoi dipendenti. In questo problema sono coinvolti una cinquantina di docenti in tutta Italia".
Matteo Barca