YLENIA ROCCO
Cronaca

Interdizione per il prete ribelle: "Osserverò le ingiunzioni, ma ci sono aspetti non corretti"

Dopo i numerosi richiami dell’autorità, la sentenza del tribunale ecclesiastico. Don Crescimanno, fondatore della ’Cittadella’, non potrà né impartire sacramenti né riceverli.

Don Claudio Crescimanno mentre celebra messa nella comunità di Casalgrande

Don Claudio Crescimanno mentre celebra messa nella comunità di Casalgrande

Reggio Emilia, 1 settembre 2024 – Pena l’interdizione. Un anno fa, la Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, aveva avvisato don Claudio Crescimanno, il sacerdote ‘forestiero’ legato alla ‘Cittadella della Divina Misericordia’ a Casalgrande Alto: se non avesse rispettato il divieto di esercitare qualsiasi attività ministeriale, sotto ogni forma, disposto dall’arcivescovo monsignor Giacomo Morandi, sarebbe andato incontro all’interdizione.

Ossia: non poter né celebrare né ricevere sacramenti. E così è stato.

Venerdì il sacerdote, originario della bassa modenese, ha ricevuto la sentenza dal tribunale ecclesiastico: la ’punizione’ che ne interdice il culto e i sacramenti nella provincia reggiana. Una sanzione che don Crescimanno reputa ingiusta, contestando soprattutto il contenuto delle accuse, e cioè il fatto "che disobbedisco e amministro senza autorizzazione i sacramenti nella diocesi di Reggio, perché io ho un’altra prospettiva: i fedeli che scappano dalle parrocchie e arrivano alla Cittadella, cercano un rifugio. Non possiamo abbandonarli".

"Dopo varie ammonizioni canoniche – spiega – mi è giunto questo documento che spetterà all’autorità competente pubblicare, dove in sostanza, vengo sospeso dalle funzioni del ministero sacerdotale e anche dall’usufruire io stesso delle azioni sacerdotali; ciò che nel linguaggio proprio si chiama interdetto".

Di fronte al pronunciamento dell’autorità, Crescimanno però ci tiene a dire due cose: "La prima è che mi pare ci siano aspetti non corretti, sia su ciò che concerne il metodo, sia sul contenuto delle accuse che mi vengono rivolte".

Ciò nonostante, ci tiene a far sapere che si atterrà alle disposizioni che vengono espresse in questa sentenza: "Questo perché, nonostante ci possano essere molti motivi, oggettivi e soggettivi, per fare diversamente, penso che in questo momento sia più utile a me,come sacerdote, alle persone della nostra Comunità e al bene stesso di ciò che stiamo cercando di fare. A questo punto, allora, ritengo sia più giusto osservare le ingiunzioni che mi vengono da questo documento".

In questi giorni, i parroci della diocesi reggiana leggeranno ai fedeli l’esito della sentenza. E lo stesso farà don Claudio Crescimanno ai membri della sua comunità.