Si è imbattuta in un’emergenza sanitaria che stava interessando un bambino di neppure un anno di vita. E non ha esitato ad agire con le terapie di rianimazione, per evitare una tragedia. L’esito positivo di quelle manovre la rendono giustamente orgogliosa del suo gesto. Perché senza il suo intervento, un bimbo avrebbe rischiato di morire.
Marianna Corda, scandianese di 52 anni, è un’infermiera esperta nell’emergenza-urgenza, per aver lavorato a lungo per il 118 e in pronto soccorso, al Policlinico di Modena, a Parma e ora in reparto al Santa Maria Nuova di Reggio. Mercoledì pomeriggio si è ritrovata alla prese con un bimbo in arresto cardiaco. E il suo intervento, con il massaggio cardiaco, ha permesso di riattivare le funzioni vitali del piccolo, che era tornato a respirare e a piangere quando sul posto, pochi minuti dopo, sono arrivati l’ambulanza e l’automedica.
Signora Marianna, ci racconti cosa è accaduto mercoledì pomeriggio.
"Ero da poco uscita di casa, a Bosco di Scandiano, quando ho sentito delle urla. Ho pensato che fossero dei ragazzi che giocavano. Poi mi sono accorta che era una donna che urlava in quanto il figlio piccolo non respirava più".
Cosa ha pensato?
"Che la vita del bambino, in quella situazione, era nelle mie mani. Mi sono presentata come infermiera e mi sono subito concentrata sulle cure da prestare al piccolo, con il massaggio cardiaco. Mi era già capitato tempo fa in centro a Modena, rianimando una signora anziana. Era stata una straordinaria emozione saperla salva. Ma stavolta, con un bambino, l’emozione è stata ancora maggiore".
Che sensazione ha avuto in quegli istanti?
"Devo dire che non ho pensato ad altro che al bambino e alle manovre che dovevo eseguire. I familiari e le altre persone presenti hanno avuto la massima fiducia in me, lasciandomi operare senza alcun ostacolo. Ho potuto mettere in pratiche le mie esperienze in emergenza senza problemi. Non è affatto scontato che sia sempre così. All’arrivo di ambulanza e automedica il bimbo aveva ripreso a respirare e piangeva. Buon segno".
Poi cosa è successo?
"La madre ha capito subito l’importanza di quello che avevo fatto e mi ha abbracciata forte forte. E anche il giorno dopo mi ha trovato il nonno del bambino. Anche lui ha voluto ringraziarmi per quello che avevo fatto".
Immagino che si senta soddisfatta del suo gesto…
"Col mio lavoro non è stata certo la prima volta che ho rianimato una persona. Ma una cosa è farlo in un pronto soccorso, altra cosa è invece sulla strada. E poi con un bambino da salvare… Mi auguro che si riprenda al più presto e modo completo".
I suoi amici e colleghi come hanno reagito alla notizia di quanto ha fatto?
"Sono stati tutti felici e orgogliosi di me. Personalmente resta il più bel regalo di Natale che potessi avere. E mi auguro che quel bambino possa capire a sua volta il valore dell’altruismo. Per poterlo mettere in pratica, quando sarà grande, a favore di qualcun altro in difficoltà".