ANTONIO LECCI
Cronaca

"Indagini sofferte, ma raccogliamo i frutti. Condanne corrette"

"Credo giusto che tutti i familiari coinvolti nel delitto di Saman Abbas siano stati condannati. Mi aspettavo l’ergastolo per i...

Il colonnello dell’Arma, Luigi Regni

Il colonnello dell’Arma, Luigi Regni

"Credo giusto che tutti i familiari coinvolti nel delitto di Saman Abbas siano stati condannati. Mi aspettavo l’ergastolo per i genitori della ragazza, ma al processo di primo grado mi aveva stupito l’assoluzione dei due cugini. Ora credo che la sentenza sia giusta". Parole di Luigi Regni, colonnello dei carabinieri in congedo, che nell’ultima parte della sua carriera nell’Arma è stato comandante della Compagnia di Guastalla, occupandosi in modo diretto delle indagini sul delitto della giovane pakistana, avvenuto a Novellara.

Colonnello Regni, è dunque d’accordo con la sentenza della Corte d’Appello? "Certamente. I cugini non potevano essere assolti. Ricordiamo che la notte del delitto erano presenti. Altrimenti cosa ci facevano nel cortile, ripresi dalle telecamere di videorveglianza con i badili sulle spalle? Giusta anche la condanna a 22 anni per lo zio Danish Hasnain. Ha evitato il carcere a vita per aver collaborato con gli inquirenti, indicando dove era il corpo di Saman".

Lei ha vissuto in prima persona questa vicenda. "Sì. Già prima del delitto. Diversi mesi prima, infatti, ci occupammo della denuncia presentata dalla ragazza per il possibile matrimonio forzato. Poi l’allontanamento della giovane dai genitori, la loro denuncia… Aveva proprio ragione il luogotenente Pasqualo Lufrano, all’epoca comandante della caserma di Novellara…".

In che senso? "Lui mi aveva confidato di non fidarsi di quella famiglia. Già dall’inizio. E, a quanto pare, aveva ragione. Per questo iniziò una indagine in modo molto scrupoloso. È grazie a Lufrano che questa vicenda ha avuto un esito giudiziario. Altrimenti, di fronte alla sparizione improvvisa di quella ragazza, chi l’avrebbe cercata? Era isolata dal mondo. Era in contatto solo con i familiari. Se nessuno di loro l’avesse cercata, chi altri doveva farlo?".

L’intuizione del comandante della caserma ha evitato un delitto senza colpevoli? "Credo che i familiari abbiano pensato che, una volta uccisa, Saman non l’avrebbe cercata nessuno. Loro erano spariti da Novellara, cercando riparo all’estero. A chi avesse chiesto informazione avrebbero potuto dire che era andata via in Belgio e che di lei non sapevano nulla. Lei era diffidenza, un pochino… ribelle. Quel delitto avrebbe rischiato di passare inosservato. Abbiamo sofferto molto durante i lunghi mesi di indagini. Non è stato facile".

Antonio Lecci

Malversazioni ed incapacità hanno caratterizzato gli ultimi decenni; non sto parlando di furti, ma -forse peggio- di, lo ripeto, incapacità, oltre che la sfortunata presunzione di superiorità ed impun