STEFANO CHIOSSI E NINA REVERBERI
Cronaca

Reggio Emilia incidenti, due investiti in 6 ore. "La velocità uccide"

Doppio schianto sulle strisce domenica. L’ex deputato Gandolfi, promotore della legge sugli omicidi stradali: "Cambiamo mentalità"

I soccorsi alla donna in via Fratelli Manfredi

Reggio Emilia, 7 gennaio 2020 - Sta bene il 15enne investito da un’auto domenica sera in centro a Montecchio. L’incidente si è verificato intorno alle 19,30 nella centralissima via Prampolini. Un’auto modello Fiat Punto condotta dalla 35 enne F.P. ha investito sulle strisce pedonali all’altezza della rotatoria tra via Prampolini e via Grandi il giovane. L’impatto è stato violento, tanto che il 15enne è stato catapultato a terra. Sul posto sono subito intervenuti i mezzi di soccorso: l’ambulanza della Croce Arancione di Montecchio e l’automedica. Il ferito è stato poi trasportato all’ospedale di Reggio, in condizioni apparse gravi in un primo momento. Tanta paura ma per fortuna il ragazzino non ha riportato traumi importanti, tanto da essere poi dimesso con una prognosi di dieci giorni; incerta invece ancora la causa, su cui stanno indagando i carabinieri di Montecchio.

L’episodio ha fatto seguito di poche ore a quello avvenuto in viale Fratelli Manfredi in città, dove una 66enne di origini ucraine era stata falciata sulle strisce mentre attraversava in bicicletta; anche lei fortunatamente è stata dimessa.. Due investimenti all’interno di un week-end drammatico con il tragico incidente di Bolzano, dove sono morte sei persone, oltre alle due donne falciate a Senigallia, a seguire le giovani ragazze romane travolte nella Capitale. "A uccidere non sono le persone, quanto invece la velocità" è il duro attacco di Paolo Gandolfi, ex parlamentare Dem fino al 2018, storico assessore alla mobilità della giunta Delrio e soprattutto promotore della legge (in vigore da marzo 2016) sugli omicidi stradali. "In Italia sulle strade muoiono il doppio delle persone rispetto alla Gran Bretagna. Chi guida un’auto deve capire che ha un’arma tra le mani, la principale per decessi nel nostro paese. Sulla sicurezza dei mezzi sono stati fatti passi avanti da gigante. Ma sui pedoni, se li investi ad alta velocità, non c’è speranza".

La legge sull’omicidio stradale voluta da Gandolfi aveva uno scopo ben preciso. Spesso forse travisato: "Non confondiamoci: era stata fatta per dare giustizia alle famiglie delle vittime; se chiedete di limitare gli incidenti con un decreto vi dico che non è sufficiente". Nello specifico Gandolfi spiega come "una normativa in tal senso esistesse già. Noi però abbiamo inserito l’aggravante: per intenderci in precedenza la pena massima arriva fino a 3 anni, fattispecie in cui è facile non farsi nemmeno un giorno di carcere. Ora, il caso di Roma può essere un buon esempio, si arriva fino a 8 anni: la differenza è sensibile".

Una legge però come ha ribadito l’ex parlamentare non basta. "I drammatici incidenti di questi giorni credo possano servire almeno ad alimentare un vero dibattito approfondito. Un esempio: dalle ricerche, è stato stabilito che fumare in luoghi pubblici è ritenuto dagli italiani alla stregua del rubare. Una cosa grave. Ecco: superare i 50 chilometri orari nei centri cittadini dovrebbe essere allo stesso livello. Dovremmo pensare, quando abbiamo un cellulare in mano alla guida, che stiamo rubando. Lì ci sarà il vero cambiamento".

Se parlate a Gandolfi di cosa cambierebbe della legge, non ha dubbi: "Tra le aggravanti ci sono anche le lesioni gravi, non solo l’omicidio. Ma queste rientrano in 40 giorni di prognosi, ovvero incidenti di minor conto: nel rimbalzo tra Camera Senato questo passaggio fu sbagliato. Lo pensai due minuti dopo l’approvazione, lo ribadisco ora". Prima di concludere: "Sulla strada sono necessarie regole rigorose. Ma dev’essere la percezione di chi guida cambiare radicalmente".