GIULIA
Cronaca

Migranti, in tre giorni 92 arrivi. L’hub di via Mazzacurati a Reggio Emilia è pieno: “Un’ondata così solo nel 2017”

I primi migranti erano arrivati al nuovo centro sabato sera, ieri si è raggiunto il tetto massimo. Maramotti (L’Ovile): "Non si tratta solo di dar loro un alloggio, serve il personale che li segua".

In tre giorni novantadue arrivi. L’hub di via Mazzacurati è pieno: "Un’ondata così solo nel 2017"

Reggio Emilia, 19 settembre 2023 – Novantadue persone in tre giorni: è il riverbero dell’ondata di migranti che da Lampedusa ha raggiunto la nostra provincia, tra sabato e ieri pomeriggio.

Sotto un cielo che prometteva pioggia, un gruppo di ragazzi giovani, di origine africana, è uscito dall’hub di via Mazzacurati con un pallone da calcio. Gli ultimi sono arrivati appunto ieri, una dozzina di persone che, lo stesso giorno, erano partite da Lampedusa alla volta dell’Emilia. Gli altri 38 hanno tutti raggiunto via Mazzacurati tra ieri mattina e sabato sera: totale, cinquanta persone. Il centro di accoglienza ricavato dai magazzini del Comune è già pieno.

"Un’ondata di arrivi così massiccia non la vedevamo dal 2017" è la prima considerazione di Valerio Maramotti, presidente de L’Ovile, una delle sei cooperative (insieme a Dimora d’Abramo, Madre Teresa, Ceis, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII e La Vigna) che formano la Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese) che finora ha accolto tra le 1.350 e le 1.370 persone. Una media di che viaggia dai 30 ai 40 arrivi a settimana, già superata ampiamente nel giro delle ultime 72 ore.

"È l’effetto degli sbarchi a Lampedusa e questo lo sappiamo – precisa Maramotti – ma rimaniamo comunque sorpresi di fronte a questo afflusso importante. Domani (oggi, ndr) abbiamo in programma un incontro tra tutte e sei le cooperative della Rti, per capire insieme come poter far fronte alla situazione".

Sì, perché gli arrivi non riguardano solo l’hub. Novantadue è la somma delle 50 persone accolte al nuovo hub, che è riservato a soli uomini adulti, e delle altre 42, tra donne con bambini o interi nuclei familiari, che continuano ad arrivare.

Quello che le cooperative nell’immediato possono fare, è mettere a disposizione i posti nei progetti d’accoglienza che man mano si liberano per dimissioni (cioè quando si ottiene il permesso di soggiorno) o allontanamenti volontari (per esempio, se qualcuno in autonomia esce dal progetto per raggiungere altri Paesi europei). Gli appartamenti ci sono e la ricerca di ulteriori alloggi continua, ma appunto si tratta di sistemazioni adatte a nuclei familiari, non ai singoli arrivi.

"A oggi abbiamo disponibili 4, massimo 5 posti – spiega Maramotti – che restano nell’ordine di quello che siamo sempre riusciti a gestire finora, ossia un massimo di 40 arrivi a settimana". Si aggiungono anche una trentina di posti letto che a breve avrà disponibile anche la Caritas, "ma in questo scenario di emergenza – precisa Maramotti – non si tratta solo di capire come dare un tetto sopra la testa a queste persone. Serve personale, educatori che possano seguire i ragazzi".

Idealmente, chi arrivava all’hub di via Mazzacurati doveva rimanere lì dai 10 ai 15 giorni, per poi essere appunto inserito in un progetto d’accoglienza.

Questa misura, viste le circostanze, potrebbe però essere già destinata a cambiare. "Faccio questa valutazione a titolo puramente personale – premette Maramotti – ma non escludo che chi è ospitato all’hub debba rimanere lì per più tempo di quanto era stato previsto. In modo che, nel frattempo, riusciamo tutti insieme a capire come organizzare il nostro servizio".